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L’alimentazione: linfa per il corpo e il sistema nervoso

venerdì 29 Marzo 2019
cibo

Dall’inizio della vita intrauterina, l’alimentazione costituisce il sostegno indispensabile per l’energia vitale dell’individuo, insieme a fattori psicologici, comportamentali e relazionali che, per tutta la vita, contribuiscono a mantenere a un certo livello l’arousal del sistema nervoso. Segnali di spossatezza e mancanza di forze, infatti, possono essere una conseguenza di una alimentazione scorretta e inadeguata oltre che di una insoddisfazione importante nelle aree di funzionamento individuale. Senza nulla volere togliere al progresso scientifico, la medicina naturale attribuisce da migliaia di anni un’importanza fondamentale al mantenimento dello stato di salute del corpo grazie al cibo. Si sopravvaluta troppo il potere curativo dei farmaci, sottovalutandone il potere distruttivo e anche il fatto che i sintomi, il più delle volte, vanno letti e ascoltati senza fretta e con competenze che non si acquisiscono solo ed esclusivamente dai libri di medicina tradizionale.

Nel cibo naturale e genuino, opportunamente cotto e utilizzato, in termini sia qualitativi sia quantitativi, sono contenute tutte le potenzialità per supportare e riparare l’organismo. Individui che a 40-50 anni presentano forme di allergie respiratorie, difficoltà digestive e stipsi, senza potere trovare sollievo attraverso la terapia farmacologica, sono, spesso, soggetti che non hanno un fisiologico equilibrio intestinale (Domenica Arcani Morini). Tralasciamo anche il fatto che le allergie sono legate a qualcosa o qualcuno che non si riesce più a sopportare. A una mia paziente le allergie di tutti i tipi (respiratorie, dermatitiche) sono sparite quando il marito l’ha lasciata e lei ha iniziato a vivere la sua identità, assecondando i suoi gusti e necessità e riprendendo, a pieni voti, la sua vita sessuale, ormai, morta da tempo con l’ex-coniuge. In realtà, la malattia inizia sempre molto prima come disturbo funzionale, per trasformarsi, poi, in vera e propria patologia, se non si sanno ascoltare, raccogliere e interpretare tutti i segni che ripetutamente il corpo manifesta. I responsabili delle patologie siamo noi stessi in quanto ci alimentiamo e comportiamo in modo non conforme alle necessità organiche e psichiche.

Se è dannosa la carenza di un principio nutritivo, infatti, altrettanto dannoso è l’eccesso dello stesso. Ecco perché le quantità sono importanti (una sola arancia e, a seconda del pasto, solo a digestione avvenuta, una fetta di carne, accompagnata da verdure abbondanti, pane o patate q.b. e in misura moderata) e le indicazioni possono essere tassativamente precise, invogliando l’individuo alla massima autodisciplina. La fisiologia insegna che l’eccesso di una sostanza può bloccare una funzione, al pari di una carenza. Calzante l’esempio del braccio bloccato al collo con una fascia per una settimana. Esso perderà la sua funzione, il suo vigore e richiederà un tempo di recupero 3 volte superiore rispetto a quello dell’inattività. D’altra parte, è il serpente che si mangia la coda: una paziente ha vissuto un tale stress e si è sottoposta a carenze affettive molto gravi continuando a stare con un marito che la trattava male e la rifiutava sessualmente a tal punto che il suo organismo è andato in tilt e non ha più assimilato adeguatamente le sostanze, particolarmente la vitamina D, da cui sono conseguite delle invalidanti parestesie degli arti inferiori e superiori. In questo caso, l’alimentazione non era del tutto scorretta ma il marito era da bocciare. L’effetto inevitabile è stato l’inibizione della funzione fisiologica autonoma dell’organismo. <<È sempre la funzione che crea l’organo>> e, quindi, si finisce con l’aprire la strada alla disfunzione, prima, alla malattia, poi. In tal senso, l’obesità e il sovrappeso sono un’espressione di squilibrio, disfunzione e cattive abitudini (Anna D’Eugenio, Fusto Aufiero).

Mai sedersi a tavola solo per mangiare e mai ingerire quantità di alimenti spropositati. Quanta gente va nei locali a godersi apericena o aperitè in cui siobesita paga una certa cifra e si possono mangiare, senza limiti, farinacei e dolci? A me sembra un’esagerazione oltre che il risultato di abitudini alimentari scorrette sin da piccoli. Io ho avuto la fortuna di seguire gli insegnamenti alla lettera fin da bambina, mangiando solo ai pasti e mai in quantità strabordanti. Perciò, per l’aperitè non mi viene di ingozzarmi di dolci ma mi gusto un semplice tè. La necessità di accompagnare il tè con i pasticcini e i dolci non mi sembra affatto sana e consona. Gusto a pieno –e a stomaco vuoto- il mio dolce fatto in casa al mattino, per colazione. Per il resto, i farinacei vanno ben divisi e dosati negli orari dei pasti, a seconda anche del fatto che si pratichi o meno sport.

L’arte e la cucina degli alimenti sono proporzionali a studio, amore e fantasia. Quando si è in armonia con se stessi e con gli altri, l’equilibrio interiore si proietta anche sul cibo.

Ultimamente, ho sperimentato una batteria di test –fra cui spiccano test di personalità e sui fiori di Bach– che mi consentono di lavorare in sinergia con il medico nutrizionista per impostare le lancette dell’orologio e della bilancia indietro di qualche linea e per orientarci al meglio nella scelta del menu curativo per i pazienti sia psicologicamente sia fisicamente.

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