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L’anticiclone africano

mercoledì 5 Ottobre 2022
caldo

Al banco di un bar o fra gli scaffali di un supermercato è capitato spesso, nei periodi di caldo torrido di questa estate, che qualcuno parlasse dell’ anticiclone africano ed i più eruditi si spingevano fino a quello delle Azzorre.

Naturalmente queste considerazioni venivano e vengono espresse senza avere alcuna cognizione su cosa siano le aree cicloniche ed anticicloniche, sul come si comportano le masse d’aria in queste configurazioni, cosa succede quando interagiscono e quant’altro ma, siccome siti sedicenti scientifici bombardano di notizie generiche e spesso prive di alcun fondamento – appunto scientifico – il WEB, ciascuno si autocertifica meteorologo.

Nei periodi del caldo più torrido, per certi versi, ma solo per certi versi anomalo, questi siti indicavano quasi sempre presunte date in cui questa condizione sarebbe mutata o si sarebbe attenuata, proponendo articoli spesso preceduti da immagini di cieli plumbei, tracce di fulmini e precipitazioni straordinarie. Come dire : ti rinfresco psicologicamente ! Una delle previsioni più esilaranti che mi è capitato di leggere forniva la data in cui sarebbero arrivate copiose precipitazioni e cioè fra la fine di novembre ed il successivo dicembre: fenomeno che si manifesta in Italia ed in particolare nel nostro meridione,…soltanto da secoli !

Poi arrivano le informazioni sul riscaldamento dei mari, lo scioglimento dei ghiacciai e quant’altro, condite da previsioni terroristiche e catastrofiche. Ovviamente non si dice che nell’era geologica in cui viviamo , quaternario ed olocene in particolare, le fasi glaciali con raffreddamento del pianeta, ed interglaciali con il suo riscaldamento, si siano alternate periodicamente lasciandoci come testimoni, proprio nel mare Mediterraneo, gli “ ospiti nordici, “indicatori acque fredde e gli “ ospiti senegalesi”,  anche essi indicatori non opinabili di acque calde.

In definitiva le scienze della terra non debbono considerarsi come strumenti di investigazione dei fenomeni meteorologici, geologici e naturali in generale che caratterizzano il nostro pianeta e si evolvono nel tempo, ma come un complesso di informazioni generiche e spesso prive di fondamento, da propinare ad un pubblico inconsapevole.

Inoltre, è come se si volesse fare passare il messaggio che il tempo debba adeguarsi alle esigenze della nostra vita, ed in questa logica c’è chi arriva a scrivere, quasi infastidito, che “il maltempo previsto rischia di rovinare le vacanze” di chi ha scelto un determinato periodo per goderne e simili idiozie, il tutto infarcito da un vocabolario in cui una forte pioggia è una bomba d’acqua, un forte vento è un uragano, il tutto per attirare l’attenzione di un pubblico sovente inconsapevole.

Come era realisticamente prevedibile, questa seconda metà di settembre ci ha restituito un normale clima autunnale ma parte dell’informazione non rinuncia a titoli come  “ ecco quando tronerà il caldo “. E se poi non torna nessuno si ricorderà di questo articolo.

Penso che dovremmo goderci questo mite fine settembre, pensare che arriverà l’inverno e che la natura segue i suoi cicli e non i desideri e le paure degli uomini i quali dovrebbero, regolando le proprie attività e mitigando i propri egoismi, interferire il meno possibile sull’andamento dei corsi e ricorsi della stessa.

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