In un comunicato stampa congiunto, Cobas, Codir, UGL Sicilia, Confintesa e USB Sicilia, hanno illustrato come, sin dal mese di gennaio, abbiano partecipato ai lavori del Tavolo tecnico istituito presso l’Assessorato al Lavoro per la stesura di una proposta di legge per la stabilizzazione definitiva di tutti i lavoratori ASU.
Le organizzazioni sindacali in questione hanno chiesto al governo regionale di farsi promotore nei confronti del governo nazionale per concordare il tutto prima di arrivare in aula, così come era stato fatto per i cosiddetti contrattisti.
L’accelerazione imposta da un accordo Stato-Regione sulle tempistiche per l’approvazione della Finanziaria Regionale non ha permesso di perfezionare le richieste avanzate dalle organizzazioni sindacali, ma “ci fu garantito – scrivono le organizzazioni sindacali – di accordi in essere, anche se ufficiosi, con Roma“.
“Di questi accordi ad oggi nemmeno l’ombra – scrivono le organizzazioni nel comunicato – Da quanto riferito dall’Assessore Scavone in V Commissione parlamentare qualche settimana fa, c’è solo un tentativo di avviare un’interlocuzione con il ministro del Lavoro. Troppo poco e troppo lentamente, almeno che il Governo Regionale, come da più parti palesato, non intenda resistere alla proposta d’impugnativa del Consiglio dei Ministri dell’art. 36 di fronte alla Corte Costituzionale; ipotesi inaccettabile! Significherebbe un volersi lavare le mani del problema da parte della politica, rimandando il tutto alla prossima legislatura! Gli ASU dovrebbero abbandonare l’idea della stabilizzazione per anni!”
Questa è la ragione che ha portato i lavoratori ASU a manifestare, ieri, presso le sedi competenti dell’assessorato ai Beni culturali, dell’assessorato all’Economia e dell’assessorato al Lavoro. Le organizzazioni sindacali sono state ricevute dal capo di gabinetto dell’assessorato all’economia e dal capo di gabinetto dell’assessorato al Lavoro, ai quali è stata chiesta la riapertura del tavolo tecnico-politico tra Stato e Regione per la riscrittura concordata dell’art. 36 e contestualmente l’abbandono dell’ipotesi del ricorso alla Corte Costituzionale.
“Inoltre, è stato ribadito, come fatto in V Commissione, un segnale concreto a favore dei lavoratori: utilizzare le risorse già stanziate per la stabilizzazione per integrare le ore dei lavoratori; nessuna nuova spesa per l’applicazione di una norma vigente – si legge nel comunicato congiunto – Tra qualche giorno conosceremo la volontà della Regione. L’assessore ai Beni culturali ha già convocato le parti sociali per il 26 luglio. Domani le organizzazioni sindacali e i lavoratori incontreranno sua eccellenza il prefetto di Palermo, che ricordiamo essere un presidio dello Stato sul territorio. Sarà chiesta l’applicazione del principio costituzionale d’uguaglianza. I lavoratori ASU siciliani non possono essere discriminati rispetto ai colleghi di oltre Stretto. Speriamo nel buon senso di tutte le parti coinvolte per una definitiva risoluzione della vertenza, ma qualora così non fosse, gli ASU per difendere i loro diritti, il loro lavoro, la loro vita, sono pronti a dare vita a una stagione di dura lotta in tutte le forme consentite dalla legge!“