Si fa sempre più preoccupante la situazione dei lavoratori stagionali del turismo a Taormina e nell’hinterland ionico e dell’Alcantara e sulla questione la Fisascat Cisl rilancia l’appello al governo Conte per i tanti addetti dell’industria dell’ospitalità che vedono sempre di più complicarsi la propria situazione e che in molti casi non avranno modo di lavorare quest’estate.
“Il tempo delle parole e delle promesse è concluso, vogliamo fatti immediati a sostegno dei lavoratori o avvieremo una stagione di protesta ad oltranza che stiamo già predisponendo”, avverte il sindacato.
“Il governo Conte – si legge in una nota della Fisascat Cisl Messina a firma di Salvatore D’Agostino e Pancrazio Di Leo – pensa di risolvere la crisi del turismo e la problematica dei lavoratori stagionali con la ripartenza delle attività e magari con l’apertura di alcune attività commerciali e alcuni alberghi, ma è del tutto evidente che non si può nemmeno lontanamente immaginare di affrontare un’emergenza epocale in questi termini. In una provincia, quella di Messina, dove si contano circa 15 mila stagionali del turismo, commercio e servizi, gran parte dei quali operano a Taormina, Giardini e nel comprensorio ionico-alcantarino, la spaventosa emergenza prodotta dal Coronavirus non si può misurare nell’opportunità che avranno alcuni lavoratori, e per altro decisamente pochi, di lavorare a luglio, agosto e settembre. Forse il ministro del Lavoro e questo governo non sanno, o fanno finta di non sapere, che il 70% degli stagionali rimarranno a casa quest’estate, non per colpa loro, e non avranno modo di tornare a lavorare, in un quadro che è già drammatico perché gli stagionali hanno finito di percepire la Naspi già a dicembre o gennaio. E allora come dovrebbero andare avanti tutte queste famiglie? Si può davvero immaginare che la crisi del turismo possa svanire di colpo con la riapertura delle frontiere? Questo modo di fare ci lascia senza parole, ci appare sconcertante e inaccettabile”.
“Non si può accettare – continua il sindacato – che vengano respinte tutte le proposte che da anni ormai avanziamo, in termini fattivi, concreti e dettagliati, attraverso raccolte firme presentate ai vari ministri ma anche per il tramite di proposte di legge poste all’attenzione dei governi di turno e giunte nelle aule parlamentari con l’impegno di vari deputati di tutte le forze politiche, sia a Roma che a Palermo. Ribadiamo la necessità, irrimandabile di adottare misure urgenti a sostegno dei lavoratori, non soltanto con l’erogazione di aiuti economici immediati che in molti casi tardano ad arrivare e in diverse circostanze vengono persino negati per effetto di domande che vengono respinte; occorre soprattutto la modifica della Naspi e la reintroduzione dell’Aspi, per tutelare lavoratori che non possono essere abbandonati al dramma nel dramma di un altro autunno e un altro inverno senza un euro, condannati all’eterna precarietà e privati dei loro diritti fondamentali. Per questo siamo pronti a tornare in piazza e una protesta ad oltranza, fino a quando non sarà stata data voce e ascolto ai diritti dei lavoratori”.