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Le “Vie dei Tesori” restaureranno il salottino ottocentesco di Palazzo Mirto

mercoledì 15 Marzo 2017
Alla fine l’ha spuntata il salottino ottocentesco, decorato in foglia d’oro. Non la scala dell’Oratorio di San Mercurio o la coda del leone di fronte al Teatro Massimo: il popolo social amico de Le Vie dei Tesori ha infatti scelto il delizioso salottino di palazzo Mirto, che sarà restaurato con i fondi giunti dagli ingressi dei dieci luoghi aperti da Le Vie dei Tesori durante la Biennale Arcipelago Mediterraneo.
Un euro a luogo, poi la votazione: un vero e proprio gioco-contest che ha scatenato il popolo dei follower del festival: il 47 per cento ha scelto il salottino, seconda è arrivata la scala di San Mercurio disegnata dal Serpotta, con il 29 per cento delle preferenze. La coda del leone del Teatro Massimo terza con il 16 per cento; distanziate di parecchio, la Tabella per misurare il tempo (7 per cento) e il ritratto di Michele Amari, appena l’1 per cento. Adesso la mano passa ai restauratori: il salottino ottocentesco è composto da quattro sedie, due poltroncine e un divanetto, conservato al primo piano di Palazzo Mirto. Le sedute da conversazione sono decorate con fiori e decorazioni in foglia d’oro. E’ rovinato, soprattutto per restauri e ridipinture precedenti che ne hanno alterato i colori originali. Il restauro consentirà di riportarlo allo splendore e all’eleganza di inizio Ottocento.
E’ la stessa direttrice di Palazzo Mirto, Giovanna Cassata a raccontare che “già nell’inventario dei beni allegato all’atto di donazione del Palazzo, nel 1983, il divanetto, le poltrone e le sedie, con accese decorazioni floreali ed intagli in foglia d’oro nel tipico gusto nordeuropeo, risultavano al secondo piano, nel salotto verde adiacente alla camera da letto”. Da alcune ricevute trovate nell’archivio gentilizio del palazzo, risulta anche che la principessa Vittoria Filangeri, nel 1838, avesse commissionato a Giovanbattista Noto  ed ai Fratelli Navarra, interventi su questo ”salotto di compagnia”, in particolare per la decorazione delle pareti in stucco e per le dorature. Negli stessi documenti viene registrata l’importazione di mobili dall’estero.
“L’intervento di restauro conservativo si realizza grazie alla sensibilità manifestata da Le Vie dei Tesori e al lavoro congiunto sui social network del Museo – continua la direttrice –; ma mi piace pensare che tra i votanti ci siano stati tutti coloro che lavorano a Palazzo Mirto, e i tanti che amano questa preziosa dimora, oggi patrimonio dei Beni Culturali. Il restauro verrà effettuato a cantiere aperto per consentire al pubblico di approfondire la conoscenza degli ambienti del palazzo, destinati alla vita quotidiana di una famiglia aristocratica”.
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