Il cerchietto rosso nel calendario dei leghisti siciliani è sulla data del 26 giugno. Tra qualche giorno infatti il Tribunale del riesame tratterà il ricorso difensivo dell’ex vicepresidente della Regione Siciliana Luca Sammartino sospeso dagli incarichi perché finito nelle maglie dell’inchiesta Pandora su presunte infiltrazioni della mafia catanese.
La decisione del Tribunale del riesame avrà ripercussioni politiche notevoli e potrebbe essere anche per il partito di Matteo Salvini una sorta di spartiacque.
La revoca della sospensiva farebbe certamente rientrare nel governo regionale Sammartino e proprio all’Agricoltura di cui il presidente Schifani ha preso l’interim. Tuttavia, un’eventuale conferma della sospensione dai pubblici uffici di Sammartino non segnerebbe solo la necessità di sostituire il “big” delle preferenze catanese nella giunta Schifani, ma cambierebbe probabilmente gli equilibri della Lega siciliana di cui, fino ad ora è stato l’uomo forte.
Un primato, quello di Sammartino, sancito dalle elezioni politiche e regionali, ampiamente riconosciuto da Salvini e dal commissario regionale del partito Claudio Durigon e che ha avuto una conferma alle ultime elezioni europee dove il candidato dell’ex assessore all’Agricoltura, Raffaele Stancanelli, ha trainato la lista del Carroccio imponendosi sugli altri candidati a cominciare dal generale Vannacci e dall’europarlamentare uscente Annalisa Tardino.
La grana siciliana la dovrà gestire il potente sottosegretario Claudio Durigon che è anche il plenipotenziario di Salvini in Sicilia. I bene informati dicono che Durigon sarebbe orientato a riconfermare Sammartino e Mimmo Turano nella squadra di Schifani ma uno stop della magistratura a Sammartino imporrebbe al commissario leghista di offrire un nuovo nome a Schifani. Ed è su questo punto che il Carroccio siciliano potrebbe tornare a spaccarsi.
Le ambizioni sull’eventuale posto libero in giunta sarebbero tante: da quelle dei candidati alle regionali rimasti fuori dall’Ars come il siracusano Giovanni Cafeo a quella di Annalisa Tardino che ha mancato la rielezione a Bruxelles e che adesso reclamerebbe a Salvini e al partito una sistemazione, senza dimenticare Vincenzo Figuccia, il deputato regionale palermitano che si è arruolato tra i sammartiniani dopo la sostituzione della sorella Sabrina nella giunta comunale di Palermo con Alessandro Anello più vicino alla posizione di Tardino.
Sulla Tardino però ci sarebbe il veto di Sammartino che non ha gradito la guerra che l’ex europarlamentare da commissario regionale della Lega ha condotto contro di lui con l’appoggio del suo arcinemico ed ex federato alla Lega Raffaele Lombardo.
Sembra assai probabile che Sammartino in caso di impossibilità a rientrare in giunta indicherà a Durigon e Salvini un nome di suo gradimento che con ogni probabilità verrebbe accettato dagli interlocutori e da Schifani. Alcune voci avrebbero anche ipotizzato una pazza idea sammartiniana: nominare assessore e vicepresidente della Regione Raffaele Stancanelli che così lascerebbe libero il seggio a Bruxelles per Turano che a sua volta farebbe entrare all’Ars Eleonora Lo Curto e consentirebbe a quest’ultimo di scegliere anche un secondo assessore.
Al netto delle ipotesi e delle pazze idee il posto più sicuro sembra quello di Mimmo Turano che, pur scontando una certa freddezza di Schifani e qualche bellicosità da parte di alcuni enti di formazione, con il suo contributo elettorale alla Lega alle regionali e alle recenti europee ha messo al riparo il suo posto da eventuali rivendicazioni.
Altra partita che si aprirebbe nella Lega sarebbe quella del commissario regionale considerato che Durigon, impegnato da Salvini su più fronti in Italia, non vorrebbe tenere ancora il timone del partito siciliano. Una partita da non sottovalutare perché il nuovo commissario dovrà gestire la fase del congresso regionale che dovrà determinare i delegati per il congresso federale della Lega, delegati preziosissimi per la riconferma di Salvini alla guida del Carroccio.
Fino a poco tempo fa sembrava in pole position il messinese Nino Germanà ma la delusione per il risultato elettorale per le europee frenerebbe un pò la corsa del senatore ultras del Ponte. A questo punto potrebbe riprendere quota il deputato Anastasio Carrà, in buoni rapporti con tutte le anime della Lega siciliana e stimato da Salvini.
Da tenere d’occhio il sindaco di Furci Siculo Matteo Francilia, che oltre a vantare il 36% della Lega nel suo comune possiede un rapporto saldissimo con Salvini di cui è consigliere a Palazzo Chigi.
Silenziosa invece il capogruppo all’Ars Marianna Caronia che dopo aver rotto con Sammartino e aver appoggiato la corsa a Bruxelles di Annalisa Tardino sembra aspettare gli eventi per compiere qualche scelta.
Poco interessato alla guerra siciliana all’interno della Lega invece è il deputato modicano Nino Minardo che ha preferito dedicarsi alla strategia di apertura al centro del partito di Salvini con gli accordi con l’Udc e il Partito Liberale e che non avrebbe mai interrotto il dialogo con Raffaele Lombardo. Per Minardo, e non ne ha fatto mai mistero pubblicamente, la salvezza della Lega è lo “sfondamento” al centro per cui il presidente della Commissione Difesa di Montecitorio sembra intenzionato a giocarsi tutte le carte.