Botta e risposta tra il Responsabile regionale della comunicazione istituzionale di Prima l’Italia, Annibale Chiriaco e l’ex consigliere comunale del partito Igor Gelarda.
“Apprendo sbigottito – dichiara in una nota Chiriaco – con amaro disappunto, della nota critica e polemica, inviata alla stampa dall’ex consigliere comunale del partito Igor Gelarda , in cui manifesta con aperto disprezzo la sua contrarietà alla mancata elezione al Consiglio comunale di Palermo, accusando tutti dal segretario regionale, l’onorevole Nino Minardo, ai vertici cittadini del partito, di non aver contribuito a far si che Prima l’Italia potesse raggiungere consensi elettorali superiori alle sue attese.
Purtroppo , il già consigliere Gelarda , continua Chiriaco, non ricorda e non cita tutti gli strumenti ed i ruoli che il Partito negli anni gli ha consentito di avere per aumentare il suo consenso attraverso la base elettorale della città d Palermo. Infatti, ha ricoperto la carica di commissario del Partito, di responsabile regionale e provinciale di tutti i dipartimenti , di capogruppo consiliare a Palazzo di città e, non ultimo, di capolista di Prima l’Italia alle amministrative del 12 giugno scorso.
Reputo un’azione ingiusta e biasimevole del già consigliere Gelarda, per giustificare i suoi insuccessi elettorali , attaccare in modo cosi trancheant e poco costruttivo addirittura anche il Segretario regionale del Partito, l’onorevole Nino Minardo , che, con evidente autorevolezza, in questi ultimi anni, ha invece portato il partito ad essere sempre più presente nei territori , valorizzandone la classe dirigente ed affrontando le varie problematiche presentategli di volta in volta, in tutte le sedi regionali e nazionali al fine della loro risoluzione: dai problemi degli autotrasportatori siciliani, dei pescatori isolani, delle infrastrutture e non ultima quella del Polo industriale energetico di Siracusa, per il quale ha organizzato per settimana prossima un’ importante riunione al Mise con il Ministro Giorgetti, per attivare strumenti risolutivi alla nota questione”.
Ieri, in un post al vetriolo, sul suo profilo Facebook, Igor Gelarda ha sottolineato il forte calo dei consensi della Lega in Sicilia, rivolgendo un appello a Matteo Salvini affinché azzerasse tutto “tornando ad ascoltare i bisogni della gente.”
In quella che Gelarda definisce una “riflessione”, si legge che “La Lega/Prima l’Italia su Palermo. Riflessioni che a mio parere avrebbe dovuto fare, convocando subito una assemblea plenaria di iscritti, di quei pochi amministratori che ci sono rimasti e dirigenza, il segretario regionale del partito Nino Minardo. Che se ne è però guardato bene.
Il risultato a Palermo è stato assolutamente insoddisfacente.
Un pericoloso campanello d’allarme che dovrebbe indurre Matteo Salvini a rivedere profondamente l’assetto del partito a livello regionale, dando di nuovo voce ai territori.
Siamo passati da un risultato incredibile del 21% alle europee di 3 anni fa, al 2,5 % di Agrigento di un anno e mezzo fa a un 5% per miracolo di Palermo adesso. E quando dico per miracolo intendo che a Palermo avevamo una forza teoricamente invincibile sul campo :cinque consiglieri comunali uscenti, due deputati regionali, un assessore regionale e un deputato nazionale tutti palermitani. Tutti quanti insieme siamo riusciti a superare di appena 250 voti lo sbarramento! È chiaro che il partito in Sicilia non è più attrattivo, non incarna più quella forza di rottura con la mala politica siciliana che la gente si aspettava.
La gente non arriva più a fine mese, le persone vogliono risposte. A Palermo hanno votato quattro cittadini su 10 perché ormai la sfiducia nella politica è totale.
Quello dell’astensionismo è il dato più grave di Palermo praticamente ignorato da tutti.
E la Lega, che in Sicilia non ha dato risposte, è stata punita.
Sono orgoglioso delle mie 846 preferenze, meno di quelle che mi aspettavo, ma tantissimi voti annullati o andati persi. Complice anche un cambiamento di simbolo a tre mesi dalle elezioni e uno svolgimento della competizione elettorale degno di un paese del sudamerica degli anni ottanta. Ma i miei sono tutti voti frutto di una politica pulita e fatta per strada ogni giorno, per 5 anni. Per quale motivo oggi un siciliano dovrebbe votare ancora la Lega, un partito che non ha rotto con gli schemi del passato, che in Sicilia è gestita da persone che hanno già governato senza che nulla cambiasse nell’isola? Ecco perché adesso chiedo un profondo momento di riflessione da parte di Matteo Salvini, perché io voglio stare in un partito che affronta le necessità delle persone, in un partito che non deve chiudersi nei palazzi e chiedere solo posti di potere. Altrimenti non ha senso e si viene puniti come lo siamo stati noi il 12 giugno a Palermo.
Ho comunicato questo a Matteo Salvini e mi aspetto, adesso, che si faccia una seria riflessione e la Lega cambi completamente aspetto e assetto in Sicilia o già alle prossime regionali non avrà alcuna speranza.”