“Continuano i ritardi nei pagamenti delle rette alle cooperative sociali che gestiscono le comunità alloggio per minori e disabili psichici in Sicilia. Una situazione che peggiora di giorno in giorno, esponendo le cooperative a gravissimi disagi economici, fino a rischiare – in molti casi – la chiusura definitiva delle attività”.
Lo afferma Legacoop Sicilia sottolineando che “non accetteremo più ritardi ingiustificati”. “Daremo mandato alle cooperative – annuncia – di avviare azioni di responsabilità nei confronti di quei Comuni che non provvedono al pagamento delle fatture senza fornire motivazioni chiare e documentate. Siamo disponibili sin da subito a confronti diretti in tutte le province siciliane, ma questa situazione che dura da decenni deve arrivare a una conclusione definitiva”.
Legacoop Sicilia “ricorda ai Comuni che la gestione delle comunità alloggio per minori e per disabili psichici è un servizio pubblico essenziale e obbligatorio, che per legge è gestito dalle cooperative sociali in via sussidiaria per conto delle amministrazioni pubbliche”. “Le cooperative – spiega Legacoop Sicilia – continuano a operare con grande professionalità e spirito di servizio, ma senza alcuna certezza sui pagamenti e sugli stipendi; per la maggior parte delle volte anticipano risorse, sostengono i costi di gestione, devono fornire garanzie alle banche e spesso non riescono a ottenere anticipazioni, poiché gli istituti di credito non riconoscono le fatture come crediti certi, proprio a causa dei ritardi sistematici nei pagamenti. Non è accettabile che le fatture delle cooperative sociali, che assicurano ogni giorno tutela, accoglienza e sostegno ai minori e disabili psichici, passino in secondo piano rispetto a spese secondarie come la cancelleria o altri acquisti discrezionali da parte delle amministrazioni. Chiediamo con forza: – conclude Legacoop Sicilia –rispetto, dignità e certezza dei pagamenti. Le cooperative sociali non sono creditori per servizi qualsiasi, ma tutori dei diritti delle persone sanciti dalla Costituzione. Quindi tutelano diritti, non servizi”.