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Legalità: l’associazione “Quarto Savona 15” vara il “Programma borse di studio”

domenica 9 Settembre 2018
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È necessario un approccio culturale per la lotta alla criminalità e alla mafia. La famiglia Montinaro è riuscita ad andare al di là del doveroso ricordo di un marito e un padre che ha sacrificato la propria vita nella guerra alla criminalità organizzata. La famiglia Montinaro ha capito che è necessario uno sforzo più grande. Una borsa di studio e un percorso di ricerca sono degli strumenti per creare delle coscienze“.

Così il Capo della Polizia, prefetto Franco Gabrielli, ha commentato ieri nel chiostro della Questura di Palermo il “Programma Borse di Studio“, promosso dall’associazione Quarto Savona 15 di cui è presidente Tina Montinaro, vedova dell’agente Antonino Montinaro, vittima della “Strage di Capaci“.

L’iniziativa ha lo scopo di sostenere progetti di ricerca nell’ambito della prevenzione e della lotta alla criminalità organizzata, mafiosa in particolare, mediante la corresponsione di borse di studio, che nel primo ciclo del progetto saranno dedicate alla memoria del Prefetto Antonio Manganelli.

Le borse di studio serviranno a giovani laureati che dimostrino un’adeguata preparazione scientifica e spiccato senso civico, attraverso l’elaborazione di progetti sul tema.

Il programma si propone di approfondire le dinamiche che ruotano attorno ai fenomeni umani maggiormente criminogeni, tentando di comprendere, attraverso un metodo scientifico, le modalità con cui la criminalità si inserisce e prolifica nel tessuto sociale, economico e giuridico in cui si inseriscono le valutazioni di carattere istituzionale finalizzate al contenimento delle offese all’ordinamento giuridico.

Oggi – ha sottolineato il Questore di Palermo, Renato CorteseAntonio Montinaro avrebbe compiuto 56 anni. Le organizzazioni criminali non sono mai rimaste le stesse ma sono cambiate. Questo programma di borse di studio promuove un aggiornamento per il contrasto alla lotta alla mafia“.

Abbiamo scelto questa data perchè è il giorno in cui è nato mio padre Antonioha dichiarato, il figlio di Antonio Montinaro, Giovanni – e siamo certi che avrebbe condiviso e sostenuto questa nostra iniziativa se fosse stato vivo. La borsa di studio è dedicata per il 2018 alla memoria del prefetto Antonio Manganelli per rendere omaggio ai suoi meriti umani e professionali, alla sua dirittura etica e per il valore e all’abnegazione con cui ha servito lo Stato.

Manganelli era un poliziotto – ha continuato Montinaro – come i ragazzi della Quarto Savona Quindici e tutti quei servitori dello Stato che ogni giorno lavorano anche a costo di grandi sacrifici, per garantire la sicurezza dei cittadini.

Questa giornata di solito la nostra famiglia la vive in intimità, ma abbiamo voluta condividerla con le istituzioni. Questa iniziativa è dedicata al prefetto Manganelli, che ci ha regalato la Quarto Savona 15. Oggi lo ringrazio pubblicamente, perchè Manganelli ci ha dato l’opportunità di ritrovare il nostro orgoglio di vittime di mafia. Il 23 maggio io la vivo come una festa. Vedo città intere addobbate a festa. Per noi Montinaro le istituzioni sono sacre“.

Il capo della Procura di Palermo, Francesco Lo Voi, è intervenuto sostenendo che sono due le cose che lo hanno colpito nell’ambito di questa iniziativa di borse di studio: “La memoria e la cultura. La memoria della Quarto Savona 15, ma anche la memoria di Antonio Montinaro e tutti quelli che sono caduti nella lotta alla mafia. Bisogna coltivare la memoria con forme nuove di cultura.

Memoria e cultura sono due armi essenziali nella nostra società italiana e non solo siciliana. Sono due armi per potere sconfiggere le organizzazioni mafiose – ha proseguito Lo Voi -. Io ho avuto l’opportunità di far capire ai rappresentanti europei che lo strumentario legale di cui l’Italia dispone è qualcosa di unico ed è efficace per la lotta seria al criminalità organizzata. Questo strumentario si deve allargare in tutta Europa. Diversi Paesi europei ed extraeuropei sono stati aggrediti dalle nostre mafie. I profitti illeciti della mafia vengono compiuti in altri paesi. Bastano tre clic e il denaro fa il giro del mondo. Intanto noi stiamo ad inseguire richieste di rogatorie internazionali“.

Il capo della polizia, Franco Gabrielli, nel suo intervento, ha sottolineato: “Ho fatto in questi mesi un percorso della memoria a Palermo. E’ per me importante che questa borsa di studio sia stata dedicata a Manganelli. Antonio Manganelli è un capo per sempre, non come me che sono un capo pro tempore.

Alle volte c’è il rischio di piangersi addosso con il ricordo dei propri cari caduti nella guerra alla mafia. Ma è necessaria la capacità di andar oltre gli eventi negativi. Bisogna sviluppare processi di conoscenza. La memoria non può essere solo la scoperta di una lapide ma è importante guardare avanti, approfondire, conoscere e scarnificare per andare oltre quello che oggi viene vissuto a volte in modo liturgico. Oggi noi viviamo una stagione con meno sangue, meno bombe, ma non viviamo in una condizione di tranquillità“.

Gabrielli rivolgendosi a Giovanni Montinaro ha sottolineato: “Credo che il tuo papà sarebbe orgoglioso di voi. Antonio sarà orgoglioso di una moglie napoletana come Tina che ha portato avanti il ricordo e i valori del marito“.

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