Vivere su un’isola può sembrare un privilegio. Ma per chi, come i cittadini di Sicilia e Sardegna o delle isole minori, ci vive tutto l’anno, la quotidianità è fatta di ostacoli: costi più alti, trasporti incerti, ospedali difficili da raggiungere, servizi scolastici e pubblici limitati. Un insieme di svantaggi che rischia di tradursi in disuguaglianza sociale.
Nel 2022, il principio di insularità è stato introdotto in Costituzione, ma da allora poco è cambiato. Il Partito Democratico ha presentato due proposte di legge, alla Camera e al Senato, per istituire un fondo nazionale per il contrasto agli svantaggi per i cittadini residenti nelle isole. Ma i fondi previsti, 4 milioni di euro nel 2025 e appena 200mila euro per il 2026 e 2027, appaiono del tutto insufficienti.
A spiegare la situazione è il segretario regionale del PD Antony Barbagallo, primo firmatario della proposta alla Camera dei deputati.
“Sarebbe un segnale importante rispetto al nulla messo in campo in questi anni dal duo Meloni-Salvini – sottolinea -. L’introduzione del principio di insularità in Costituzione avrebbe dovuto imporre uno scatto diverso al Governo e alla sua maggioranza. Ed invece, su un tema così delicato, si fa solo melina. Il PD ha presentato due proposte concrete: la mia alla Camera (n. 568) e quella a firma Nicita-Meloni al Senato. Speriamo si avvii presto un confronto serio e una calendarizzazione in commissione Trasporti”.
Una delle critiche più frequenti riguarda la mancanza di coperture chiare. Ma Barbagallo rassicura: “La legge prevede il reperimento delle risorse da altri capitoli di spesa dell’erario, senza gravare su cittadini, tariffe o imposte. Per noi l’insularità è una priorità e le coperture vanno trovate tagliando il superfluo”.
Uno dei nodi principali è quello dei trasporti. I residenti delle isole pagano voli e traghetti a prezzi elevatissimi, con un’offerta spesso inadeguata.
“Il problema non è solo il costo, ma la qualità – spiega Barbagallo -. Basti pensare al trasporto marittimo: mezzi vetusti, corse rare e male organizzate. Un caso simbolo è Linosa: per raggiungerla in nave bisogna per forza passare la notte a Lampedusa. Le condizioni degli imbarcaderi sono indegne, con passeggeri costretti ad attendere ore sotto il sole. Sul trasporto aereo, l’unica norma anti-speculazione prevista dal governo all’inizio della legislatura è stata ritirata dopo le proteste delle compagnie. Una sconfitta totale per i cittadini”.
E le strade? Anche qui, i disagi sono quotidiani.
“La Catania-Palermo è un cantiere continuo e caotico, che si potrebbe gestire meglio, ad esempio prevedendo i lavori di notte. E per raggiungere Taormina, capitale del turismo mediterraneo, bisogna affrontare uno slalom tra cantieri e disservizi. Neanche il diserbo delle siepi è organizzato in modo efficiente. Tutto questo scoraggia i turisti e penalizza i residenti”.
Nonostante alcune critiche, la proposta di legge tiene aperte porte di confronto. “Le categorie indicate – imprese, enti pubblici – sono solo indicative e modificabili in sede parlamentare. L’obiettivo è che i benefici arrivino direttamente ai cittadini”, precisa il parlamentare nazionale Dem.
A chi teme che i vantaggi non siano tangibili per i residenti, Barbagallo risponde: “Tutt’altro. Calmierare i prezzi, aumentare le tratte, garantire concorrenza e investimenti migliorerà concretamente la vita dei cittadini. In questa legislatura è stata anche avviata, su proposta Pd, un’indagine conoscitiva sulla continuità territoriale: sarà fondamentale per indirizzare le scelte future”.
Sulla possibilità di introdurre bonus o ristori economici diretti, ad esempio in busta paga, Barbagallo resta cauto: “Le risorse devono servire a garantire i diritti fondamentali di mobilità e accesso ai servizi, per tutti gli abitanti delle isole. Altre forme di ristoro economico sono un discorso diverso, che merita un approfondimento separato”.
“Il testo riguarda tutti i residenti delle isole, incluse Sicilia e Sardegna – conclude –. Il confronto in commissione e in aula servirà a migliorarlo. Ma l’obiettivo resta chiaro: garantire non solo trasporti equi, ma anche pari accesso a istruzione e sanità, secondo il principio costituzionale di uguaglianza. Una legge che lasci un segno, per oggi e per le generazioni future”.