Un messaggio di resistenza e di ribellione contro la mafia, ma non solo. L’eredità lasciata da Peppino Impastato è pesante e più attuale che mai. A 47 anni dal suo brutale assassinio per mano di Cosa Nostra, l’eco delle sue lotte risuona nelle nostre vite e nella nostra quotidianità.
La mattina del 9 maggio 1978, mentre veniva ritrovato il corpo senza vita del presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro, passava inosservata la morte di Peppino Impastato. Badalamenti aveva ordinato la sua uccisione, ponendo una carica di tritolo sotto il suo corpo, adagiato sui binari della ferrovia Palermo-Trapani, mascherandolo come attentato fallito o suicidio. Il suo “voltare le spalle”, per altro in modo beffardo e canzonatorio, rappresentava un atto innovativo e rivoluzionario. Proprio per queste ragioni l’attivista antimafia vive ancora oggi.
Ad aprire le celebrazioni è stata la consegna ufficiale delle chiavi del casolare, all’interno del quale fu rinvenuto il corpo di Peppino. Il casolare rappresenta da anni meta di pellegrinaggi civili all’interno del “percorso della memoria” dedicato alle vittime di mafia e, in particolare, all’impegno e al coraggio del giovane giornalista che, con le frequenze di Radio Aut, denunciò con determinazione il potere mafioso a Cinisi. Il casolare è stato acquisito al demanio della Regione Siciliana nel 2020 e affidato alla Soprintendenza di Palermo, che ha curato un progetto di restauro finanziato con risorse del Fondo sviluppo e coesione 2014-2020. I lavori, conclusi nel 2023 sotto la direzione dei tecnici della soprintendenza, hanno interessato sia la struttura del fabbricato rurale che l’area circostante, nel pieno rispetto delle caratteristiche identitarie del sito.
Tanti i momenti di confronto che coinvolgeranno tutti e in particolar modo le scuole, per raccontare loro i messaggi di Peppino, sempre freschi, moderni e attuali. Tra gli eventi andati in scena anche la quindicesima edizione del premio Peppino Impastato, istituito nel 2011 dalle associazioni Casa Memoria Impastato e Musica e Cultura, e svolto ieri giovedì 8 maggio. Tra i vincitori Amnesty International Italia, che quest’anno celebra il cinquantesimo anniversario dalla fondazione, rappresentata da Riccardo Noury, Franco Farinelli, geografo che ha ridefinito i modelli con cui pensiamo il mondo, e Giulia Mei, cantautrice che con il brano Bandiera ha creato un inno contro ogni forma di violenza e oppressione verso le donne.
Per la giornata di oggi è invece previsto alle ore 9:30 il presidio al casolare e, sempre in mattinata, alle ore 11:00 l’apertura di Casa Felicia. Il corteo partirà dalle ore 16:00 da Radio Aut fino ad arrivare a Casa Memoria. La serata sarà all’insegna dello spettacolo.
A distanza di 47 anni il coraggio e l’impegno civile e culturale di Peppino vivono, soprattutto nella speranza di riuscire ad abbracciare le nuove generazioni, affinché possano assorbire il suo esempio e riscrivere il futuro, oggi segnato dalla dilagante violenza.