“Lei è un bugiardo che non ha neanche il coraggio di ammettere di avere ordinato questo omicidio. Non speri, signor Graviano, nelle sue relazioni con politici-massoni deviati di sfuggire alla condanna dell’ergastolo inflittagli dal tribunale”.
È uno dei passaggi della lettera indirizzata al boss Giuseppe Graviano e scritta a quattro mani dal testimone di giustizia Giuseppe Carini e da Gregorio Porcaro, referente regionale di Libera Sicilia. Entrambi erano amici di don Pino Puglisi, il parroco di Brancaccio ucciso a Palermo nel 1993.Porcaro era stato anche il suo vice parroco a Brancaccio.
“Lei, al pari del detenuto Riina – scrivono ancora – resterà detenuto in carcere, ma tutti coloro che hanno amato e conosciuto padre Puglisi pregheranno affinché lei si converta a Dio e trovi il coraggio di collaborare pienamente con la magistratura”.