Dopo venticinque anni, solo adesso l’opinione pubblica e parti dello Stato si sono ricordati che Brusca sarebbe uscito dal carcere malgrado colpevole di omicidi inimmaginabili.
Leggo di una certa rassegnazione in molti post sui Social che ricordano che questa legge sui collaboratori di giustizia voluta anche da Giovanni Falcone.
Ricordo che andavo al maxi processo per assistere all’interrogatorio di Tommaso Buscetta, per l’epoca un grande fatto dove il muro dell’omertà mafiosa apriva uno spiraglio.
Un momento storico dove l’opinione pubblica tifava per “Masino” perché parlava di segreti più o meno “raccontabili” che facevano condannare altri mafiosi. Non ha mai tirato in campo i famosi “colletti bianchi” perché a detta di Buscetta, sarebbe crollato il sistema e la sua vita e quella dello stesso Giovanni Falcone non sarebbe state più al sicuro.
La legge sui collaboratori di giustizia, guardava a quel tipo di “pentito”, che raccontava di fatti e misfatti di cosa nostra prima delle stragi di Falcone e Borsellino.
Ma siamo sicuri che Giovanni Falcone avrebbe accettato questa legge sui collaboratori anche su chi ha sciolto nell’acido il piccolo Di Matteo e schiacciato il pulsante che avrebbe fermato la sua corsa?