“Cronaca di una morte annunciata” si potrebbe commentare il risultato ottenuto da Liberi e Uguali, rispolverando il titolo del celebre romanzo di Gabriel Garcia Marquez, in considerazione del fatto che da nessuna scissione ha preso vita un partito capace ottenere un buon risultato elettorale e rappresentare con forza il popolo della sinistra. E’ questa la dura legge di ferro delle scissioni.
Alla fine sono stati “i pochi” e non “i molti” a credere nel progetto portato avanti principalmente dai dissidenti del Pd. Il malcontento galoppante nella società contro un Partito democratico accusato di essere poco progressista non si è incanalato verso la costruzione di una forza più marcatamente di sinistra. Nè l’immagine forte di un uomo delle istituzioni come Pietro Grasso ha contribuito a fare meglio rispetto ai tentativi fatti in passato.
Il partito dell’ex magistrato siciliano è riuscito solo per un soffio a superare la soglia di sbarramento del 3% e dovrebbe prendere qualche rappresentante. A questo punto se i risultati su base regionale confermeranno il trend elettorale, in Sicilia rischiano di non scattare neanche i seggi dati per sicuri. Un risultato che conferma quello ottenuto qualche mese prima, alle regionali di novembre dalla sinistra siciliana. Anch’essa ha superato sul filo di lana lo sbarramento eleggendo un solo deputato, il candidato presidente Claudio Fava.
Davvero troppo poco per un soggetto politico che ambisce (o ambiva) a ben altro.