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L'intervista

Libero Consorzio comunale di Trapani, Quinci: “Elezioni anomale con più attenzione all’appartenenza politica che al territorio”

mercoledì 14 Maggio 2025

La partita per eleggere i presidenti dei Liberi Consorzi siciliani è stata più aperta del previsto: scontri, alleanze dell’ultima ora e vittorie impreviste. Tutte le sei province dell’Isola, escluse dunque le tre Città Metropolitane, hanno assistito ad esiti ed epiloghi che, alla fine dei conti, hanno sconvolto più i piani della politica regionale che locale. Già, perché dopo oltre dieci anni di commissariamento i territori provinciali sono nuovamente pronti a riempire un vuoto per lungo tempo non colmato. E’ un po’ quello che sta accadendo a Trapani, dove Salvatore Quinci, sindaco di Mazara del Vallo e sostenuto da liste civiche e dal centrosinistra, ha avuto la meglio su Giovanni Lentini, primo cittadino di Castelvetrano e candidato del centrodestra.

Proseguono dunque le interviste de ilSicilia.it ai neopresidenti.Noi sindaci siamo molto solidali e condividiamo la fatica delle nostre comunità. Il mio collega, Giovanni Lentini, è un sindaco e una persona capace e stimato. Per tale ragione non l’ho mai visto come avversario, ma bensì come un competitore con il medesimo obiettivo: governare questa terra“. Così Quinci ha ripercorso le elezioni andate in scena meno di un mese fa: “La candidatura è stata imposta dalla leadership dei patirti di centrodestra ed evidentemente non ha trovato una condivisione. O comunque questa condivisione non è stata cercata. In un’elezione anomala come questa, dove il corpo elettorale erano 377 tra sindaci e consiglieri, quindi elettori che andavano interpellati per una candidatura condivisa, noi siamo partiti dagli amministratori che sono quelli che ogni giorno si spendono e provano a tenere attivo il rapporto tra la politica e il cittadino, che ormai è usurato. Mi sono confrontato con molti miei colleghi, proponendo una candidatura che andasse fuori dagli schemi, da una contrapposizione sterile come quella tra centrodestra-centrosinistra, e che guardasse invece al territorio. Ho ricevuto tante adesioni, dalle forze politiche di centrosinistra in primis e poi dai tanti consiglieri civici, che sono la stragrande maggioranza“.

“Un’elezione anomala”. Non sono certamente parole a caso quelle di Quinci. A Mazara, infatti, sta svolgendo il suo secondo mandato da sindaco. Nel corso della tornata però era stato appoggiato da liste civiche e da FdI. “A Mazara Fratelli d’Italia non ha avuto dubbio. Ha fatto un percorso e poi ha deciso di schierarsi con l’amministrazione Quinci, perché ha dimostrato di saper amministrare bene la città. Ci siamo meritati la fiducia dei cittadini che hanno deciso di dare la possibilità di completare il lavoro iniziato. Quest’ultima elezione, invece, si è voluto caratterizzare con un’appartenenza politica quando invece era un’elezione prettamente amministrativa e legata al territorio“. La soluzione migliore?Avrei chiamato tutti i sindaci – ha spiegato Quinci – per decidere tutti insieme chi doveva governare in un periodo di transizione, in attesa che ritorni una legge elettorale, ma soprattutto un sistema delle province in grado di amministrare veramente i territori. Sicuramente avremmo trovato un accordo. Siamo abituati ad assumerci scelte immediate con pragmatismo e capacità di risoluzione dei problemi. Invece si è preferito caratterizzarlo come strumento politico, come uno scontro centrodestra-centrosinistra, che come poi abbiamo visto non c’è stato. Basti pensare ai casi di Siracusa e Agrigento. Questa retorica del centrodestra unito è servita solo per raccontare una battaglia di potere che guardava ben oltre le provinciali“.

Si guarda adesso al futuro, tra una nota di speranza e una di preoccupazione. Tante sono infatti le incognite in attesa di capire realmente come funzionerà la nuova macchina amministrativa.Mi aspetto il contributo di tutti, al servizio del territorio. C’è da costruire tutti insieme la nuova casa comune, come i nuovi regolamenti da adattare a questi nuovi ruoli del presidente e dell’assemblea e quindi rendere efficiente la macchina amministrativa. Poi – ha dichiarato il primo cittadino di Mazara – bisognerà riconnettere la macchina amministrativa con i cittadini. Il rapporto non si è usurato, ma interrotto e dobbiamo rimetterlo in piedi. I dirigenti dei Liberi Consorzi hanno lavorato in piena autonomia, ma è evidente che manca una guida politica che adesso è ritornata e piano piano dovrà esercitare la propria governance, mostrando una capacità di strategia e visione sul territorio“.

Ma non solo. Tra i punti interrogativi c’è anche il capitolo risorsee qui la discussione si sposta sul tavolo regionale. Ne abbiamo parlato con i colleghi delle altre province, mentre le città metropolitane hanno una vita a sé. Abbiamo la necessità di attivare un tavolo provincie, non solo con Anci o con l’unione delle province regionali della Sicilia, che è un ente da ricostituire. Un tavolo regionale per capire se la Regione, dopo aver nuovamente riattivato la presenza politica all’interno dei Liberi Consorzi, intende anche renderli efficienti. Le risorse che arrivano oggi ai Liberi Consorzi servono esclusivamente per il mantenimento degli standard esistenziali. Noi, invece, abbiamo bisogno di tornare a dare risposte alle istanze dei nostri cittadini“.

Tanti sono i temi che attanagliano la provincia di Trapani. A soffrire sono diversi comparti tra cui quello della pesca. Una piaga che Quinci conosce molto bene da sindaco di Mazara del Vallo, storico borgo marinaro principalmente legato alla pesca del celebre gambero rosso. “Oggi il settore della pesca attraversa un momento di difficoltà. Da tempo la produzione si è ridotta, manca il pesce e questo è effetto anche del cambiamento climatico. Da una parte c’è la pesca d’altura, come quella del gambero. La flotta di Mazara ha bisogno di risposte specifiche, non tanto in sostegni e aiuti, ma in tema di politiche industriali: investimenti per l’innovazione, innovazione tecnologica a bordo dei pescherecci, l’innovazione nel modo di fare impresa e la carenza di personale che dovrebbe andare a formare gli equipaggi, oggi non ci sono più giovani pronti a fare una professione così usurante e così poco remunerante“.

Se da un lato ci sono settori, anche come quello della piccola pesca, che soffrono e per i quali “occorrerebbe introdurre dei meccanismi che vadano incontro a una logica di produzione non esclusivamente di sussidio“, dall’altro ve ne sono alcuni come quello delle tonnare che grazie al “sistema delle quote tonno, nel tempo, ha dato prova di essere efficiente e in grado di garantire sia la produttività sia la reddittività delle imprese“.

Problemi che saranno tutti al centro di un evento che si svolgerà a Mazara dal 29 al 31 maggio, dove prenderanno parte i ministri Lollobrigida e Musumeci, i ministri di Libia e Malta e due viceministri dell’area del Maghreb “per discutere sui temi della produzione e della sopravvivenza del settore nel Canale di Sicilia. E’ un incontro rilevante il cui obiettivo è immaginare la visione e le strategie migliori per lo sviluppo e la produzione del settore della pesca in quest’area così importante per il Mediterraneo“. Dunque un momento importante di riflessione non solo per la sola Mazara o la sola provincia di Trapani, ma anche per tutta la Sicilia.

E’ un settore strategico – ha concluso Quinci – che ha sempre avuto poca attenzione. Il tema vero è legato all’alimentazione. Se il nostro Paese smette di produrre e continua a produrre sempre meno, quale pesce porteremo sulle nostre tavole? Quello importato dall’Asia, la cui qualità è da dimostrare con standard che sono imparagonabili a quelli del sistema Italia, che invece mostra una tutela piena al consumatore?“.

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