“Liberty e Giapponismo. Arte a Palermo tra ’800 e ’900” è il titolo del volume della storica dell’arte Daniela Brignone appena pubblicato da Silvana Editoriale.
Il testo esamina il movimento del Liberty a Palermo da un inedito punto di vista: i rapporti con il Giapponismo e, in particolare, l’influenza che quest’ultimo ha prodotto sugli artisti e sugli architetti (Ernesto Basile, Rocco Lentini, Ettore De Maria Bergler, tra gli altri) che hanno operato a Palermo nel periodo a cavallo tra Ottocento e Novecento, affondando le radici nella tradizione Ukiyo-e di cui ne racconta le suggestioni e le sperimentazioni.
Daniela Brignone, la cui ricerca è volta principalmente ai movimenti internazionali del XIX e XX secolo e, in particolare, al Liberty, studia da molti anni i rapporti tra questo e il Giapponismo, analizzando per la prima volta e portando all’attenzione gli stretti legami tra i due movimenti in Sicilia e le testimonianze presenti sul territorio, generate da un tale sincretismo.
Il Giapponismo è un fenomeno che, a partire dal 1854, anno in cui il paese nipponico apre le porte all’Occidente, coinvolge artisti, collezionisti, studiosi, committenti di ogni ceto sociale, soppiantando il gusto per le cineserie che nel ‘700 era diventato di gran moda e che a Palermo ha generato capolavori come la Palazzina alla cinese. Non si tratta però di un’emulazione: l’Occidente, cercando un nuovo modo di trattare con la natura, intende apportare nuova linfa a una produzione artistica ormai priva di idee innovative, servendosi di spunti e motivi presi in prestito e rielaborati dall’arte orientale e, in particolare, da quella giapponese.
Palermo accoglie senza indugio le sperimentazioni e l’esuberanza creativa del Liberty sia nel campo architettonico che in quello delle arti applicate, dando vita ad un’elaborazione autonoma che si confronta con le esperienze internazionali e applicando elementi presi in prestito dalla cultura orientale, dalla quale gli artisti sono affascinati, avendone potuto ammirare le eleganti produzioniall’interno delle Esposizioni organizzate nelle grandi città europee.
Il volume non vuole essere una riproposizione dei temi e degli studi sul Liberty palermitano, ma semmai intende porre in rilievo le dinamiche culturali, economiche e sociali di quegli anni di fine secolo che influenzano gli ambienti artistici locali. Ricostruisce, inoltre, le atmosfere di un’epoca, delineandone i rapporti con il teatro, la musica e la letteratura. Vuole soprattutto evidenziare l’apporto giapponese nell’arte e nell’architettura liberty della città siciliana, attraverso i personaggi, le relazioni, le tecniche e i simbolismi.
Daniela Brignone (Palermo, 1966). Storica dell’arte e critico, ha ricoperto incarichi di docenza presso l’Università degli Studi di Palermo e preso parte a progetti di sviluppo culturale e di valorizzazione museale. Ha curato pubblicazioni e mostre sulla storia dell’arte moderna e contemporanea in collaborazione con istituzioni italiane ed internazionali, pubbliche e private. Tra queste le mostre dedicate ad Aligi Sassu e a Salvatore Fiume. Dal 2012 è curatrice della manifestazione annuale I-design dedicata al design storico e contemporaneo, candidata al Premio Compasso d’Oro.
*Le immagini sono di Valeria Cardella