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Un'emergenza sanitaria silenziosa

Linfedema, basta silenzi: l’Asp di Ragusa apre un ambulatorio per chi soffre CLICCA PER IL VIDEO

lunedì 7 Aprile 2025

Svegliarsi ogni giorno con un arto gonfio, pesante, dolente e sentirti dire che è solo “ritenzione idrica”, che basta un po’ di movimento o una dieta diversa. Ma la verità è che non passa, non migliora e addirittura peggiora nonostante dieta e palestra. È così che inizia il calvario silenzioso delle persone affette da linfedema, una patologia cronica e invalidante che, solo in Sicilia, colpisce quasi 50 mila persone, spesso lasciate sole ad affrontarla.

Il linfedema è caratterizzato da un accumulo anomalo di linfa nello spazio interstiziale, ovvero tra le cellule e i tessuti. La linfa è un fluido ricco di proteine, normalmente drenato dal sistema linfatico; ma quando questo meccanismo si inceppa, il fluido si accumula, causando gonfiore, infiammazione, dolore e rigidità, soprattutto agli arti.

Questa condizione non è solo estetica, ma può compromettere seriamente la mobilità, aumentare il rischio di infezioni (come l’erisipela) e influire pesantemente sulla qualità della vita. Inoltre, la diagnosi è spesso tardiva, confusa con altre problematiche meno gravi e, nei casi secondari, può essere conseguenza di interventi oncologici, radioterapie o traumi.

A rendere il tutto ancora più complesso è la mancanza di riconoscimento e supporto istituzionale. I pazienti lamentano difficoltà di accesso a terapie specifiche, come il linfodrenaggio manuale, bendaggi multistrato, fisioterapia e l’uso di indumenti elastocompressivi, spesso a carico del paziente.

Ma qualcosa si muove. A Ragusa, l’Azienda Sanitaria Provinciale ha creato un ambulatorio dedicato e ha avviato percorsi strutturati per affrontare questa emergenza sanitaria silenziosa. A parlarcene Sara Lanza, direttore sanitario dell’ASP.

La patologia e l’incidenza

“Si stima che il linfedema colpisca circa l’1% della popolazione generale, ma è probabile che i numeri reali siano più alti. Spesso viene confuso con altre condizioni, come l’obesità, e non sempre viene riconosciuto subito per quello che è. L’accumulo di linfa nei tessuti, causato dal mancato drenaggio da parte del sistema linfatico, può essere localizzato o diffuso, ma in alcuni casi può coinvolgere anche organi interni. Inoltre esistono due forme principali: il linfedema primario, congenito e più frequente tra le donne, e quello secondario, la forma più comune, che insorge a causa di danni ai vasi linfatici, spesso legati a patologie oncologiche, infezioni o traumi”.

L’impatto sulla vita

“Il linfedema ha un impatto profondo. È una patologia cronica: non si guarisce, ma può essere gestita per evitare che evolva in forme gravi come l’elefantiasi. Le conseguenze non sono solo fisiche, ma anche psicologiche e sociali. Chi ne soffre spesso si sente solo, invisibile”.

La necessità di formare i medici

“I ritardi nella diagnosi sono ancora troppo frequenti, ed è per questo che stiamo lavorando molto sulla sensibilizzazione. Abbiamo avviato la produzione di un manuale informativo per i medici di medicina generale e i consultori, e realizzato un cofanetto divulgativo, ‘La Salute in Scatola’, che contiene materiali pensati proprio per far conoscere il linfedema”.

L’ambulatorio dedicato

“Abbiamo attivato un ambulatorio multidisciplinare specifico per le patologie linfatiche, accessibile a tutti i pazienti, sia con linfedema primario che secondario. Da qui inizia un percorso completo: visita fisiatrica, eventuali accertamenti e un piano terapeutico personalizzato. A seconda della gravità, il trattamento può svolgersi in regime di ricovero, day hospital o ambulatoriale”.

Una rete territoriale

“L’ambulatorio è in rete con tutti i servizi dell’ASP di Ragusa. Questo ci permette di indirizzare i pazienti verso la struttura più vicina e adatta al loro percorso, garantendo continuità assistenziale e prossimità delle cure, elementi fondamentali per la gestione efficace di questa malattia”.

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