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Progetti, potenzialità e rischi

L’innovazione dei droni, una rivoluzione dai cieli: opportunità o minaccia per la Sicilia nel futuro tecnologico?

mercoledì 22 Gennaio 2025

I droni, oggi sinonimo di tecnologia all’avanguardia e innovazione, hanno una storia lunga e affascinante che affonda le radici nei primi decenni del XX secolo. Dagli anni ’90 a oggi, l’Italia ha abbracciato il potenziale offerto dai droni, non solo in ambito militare ma impiegandoli in una molteplicità di ambiti civili che spaziano dall’agricoltura alla sicurezza, dall’ambiente alla logistica.

In questa evoluzione la Sicilia è in prima linea per l’utilizzo di queste tecnologie all’avanguardia.

 

 

I Droni: dalla nascita alle infinite applicazioni moderne

 

I droni, o UAV (Unmanned Aerial Vehicles), nascono principalmente come strumenti militari. La loro origine risale agli inizi del XX secolo, con i primi esperimenti di velivoli senza pilota effettuati durante la Prima Guerra Mondiale.

 

La nascita: il debutto nel 1917

 

La storia dei droni inizia nel 1917, durante la Prima Guerra Mondiale, quando il Regno Unito testò l’“Aerial Target,” uno dei primi velivoli radiocomandati.

Sviluppato dal Dr. Archibald Low, l’Aerial Target non era destinato a combattere, ma a fungere da bersaglio per l’addestramento delle unità contraeree. Sebbene i risultati operativi di questo prototipo fossero limitati, l’esperimento aprì la strada a un nuovo concetto di aviazione.

 

Il “Queen Bee” britannico: il biplano radiocomandato

 

“Queen Bee”

Negli anni ’30, il Regno Unito fece un passo avanti con il De Havilland DH.82B, un biplano modificato e radiocomandato.

Questo velivolo fu utilizzato per scopi simili, consolidando l’idea che i droni potessero avere un ruolo strategico nel contesto militare.

 

 

 

Dalla Guerra Fredda alla Guerra in Vietnam: i droni come arma strategica

 

Con l’inizio della Guerra Fredda, i droni diventarono strumenti cruciali per la sorveglianza. Gli Stati Uniti svilupparono modelli sempre più sofisticati per spiare i movimenti sovietici senza mettere a rischio la vita dei piloti. In questo periodo, i droni da ricognizione iniziarono a raccogliere immagini e informazioni preziose in territorio nemico, gettando le basi per il loro utilizzo moderno.

Ryan Firebee

Durante la Guerra in Vietnam, i droni dimostrarono tutto il loro potenziale operativo. Il, un modello progettato per la ricognizione, fu utilizzato per sorvolare aree ostili, scattando fotografie e raccogliendo dati critici per le strategie militari americane.

Questo drone, capace di operare in modo relativamente autonomo, segnò una svolta nell’impiego bellico di questi velivoli, mostrando al mondo che potevano essere utilizzati non solo per osservare, ma anche per supportare direttamente le operazioni sul campo.

 

 

L’evoluzione degli anni ’90: applicazioni militari e civili

 

 

Primo volo del drone della Guardia costiera italiana

Dagli anni ’90, i droni hanno subito un’evoluzione significativa, ampliando le loro applicazioni sia in ambito militare che civile.

Questa trasformazione è stata guidata dai progressi tecnologici e dalla crescente domanda di soluzioni innovative in vari settori, diventando un alleato indispensabile in molti settori, dal cinema all’agricoltura, passando per la sicurezza e la logistica.

 

 

Sviluppi in ambito militare

 

Negli anni ’90, l’industria militare ha visto l’introduzione di droni avanzati come il Predator, sviluppato a partire dal 1990 ed entrato in servizio ufficialmente nel 1996. Inizialmente progettato per operazioni di ricognizione, il Predator è pilotato da un team di tre persone: un pilota e due operatori ai sensori. Tuttavia, il team completo necessario per il suo funzionamento efficace comprende ben 55 unità.

 

drone
Predator

Durante il conflitto in Jugoslavia negli anni ’90, l’uso dei droni ha segnato un periodo significativo nell’evoluzione della guerra con droni, con l’impiego di veicoli aerei senza pilota (UAV) avanzati per varie applicazioni militari, plasmando il futuro della tecnologia dei droni in combattimento.

 

Progressi in ambito civile

 

Parallelamente, l’uso dei droni in ambito civile ha visto una crescita esponenziale. Negli anni ’80 e ’90, l‘evoluzione delle tecnologie informatiche e la riduzione dei costi di produzione hanno reso i droni accessibili per nuovi usi.

Oltre alle missioni di ricognizione militare, i droni hanno iniziato a essere utilizzati per missioni di sorveglianza, ricerca e soccorso, monitoraggio ambientale e fotografia aerea. Questa nuova visione del campo ha permesso l’espansione delle applicazioni dei droni in vari settori.

 

 

 

I droni dal 2000 ad oggi: il “salto quantico” di tecnologie e applicazioni

 

Negli ultimi venticinque anni, l’impiego dei droni ha trasformato radicalmente il panorama bellico e le dinamiche geopolitiche, mostrando un potenziale straordinario ma anche rivelando preoccupanti pericoli. Questi dispositivi, nati come strumenti di sorveglianza, sono diventati protagonisti nelle guerre moderne, sia per le loro capacità di attacco sia per il loro utilizzo a scopi tattici.

 

L’evoluzione in ambito civile e industriale

 

Negli ultimi anni, i droni hanno registrato un’evoluzione significativa, ampliando il loro impiego in diversi settori grazie a continui progressi tecnologici. Le prospettive future delineano scenari in cui queste macchine sono sempre più integrate nelle attività quotidiane, sia in ambito civile che industriale.

 

Agricoltura di Precisione

 

Nell’agricoltura moderna, i droni stanno diventando strumenti essenziali per il monitoraggio delle colture. Equipaggiati con sensori avanzati, sono in grado di individuare aree affette da parassiti o malattie, consentendo interventi mirati e tempestivi. Questa capacità non solo migliora la resa agricola, ma contribuisce anche a una gestione più sostenibile delle risorse.

 

Sicurezza e Monitoraggio

 

Nel campo della sicurezza, i droni offrono soluzioni innovative per il controllo di infrastrutture critiche come aeroporti, centrali energetiche e dighe. La loro capacità di raccogliere dati in tempo reale e di accedere a zone difficilmente raggiungibili li rende strumenti preziosi per la prevenzione e la gestione delle emergenze.

 

Mobilità Aerea Urbana, sostenibilità e monitoraggio ambientale

 

Il concetto di mobilità aerea urbana sta prendendo forma con lo sviluppo di aerotaxi e veicoli a decollo e atterraggio verticale. Progetti come Di-PEGASUS mirano a sviluppare tecnologie per la gestione di flotte di droni e aerotaxi, aprendo la strada a nuove forme di trasporto nelle aree urbane.

 

Mobilità aerea urbana con droni

 

Anche la crescente attenzione verso l’ambiente degli ultimi anni sta influenzando anche il settore dei droni. L’adozione di sistemi di propulsione elettrica rappresenta una delle tendenze emergenti, offrendo vantaggi in termini di sostenibilità e riduzione dei costi operativi. Varie aziende stanno investendo nell’ultimo decennio in questa direzione, sviluppando droni elettrici per diverse applicazioni.

I droni stanno rivoluzionando anche il monitoraggio ambientale, permettendo una gestione più efficace del territorio. Grazie alla capacità di raccogliere dati dettagliati, facilitano il controllo di fenomeni come la deforestazione, l’erosione del suolo e l’inquinamento, supportando gli enti pubblici nazionali, regionali e locali nelle politiche di tutela ambientale.

 

Operazioni Oltre la Linea di Vista (BVLOS)

 

Un aspetto cruciale per l’espansione delle applicazioni dei droni è rappresentato dalle operazioni oltre la linea di vista del pilota (BVLOS). Attualmente, le autorizzazioni per tali operazioni sono limitate, ma si prevede un aumento significativo grazie a normative più flessibili e allo sviluppo di tecnologie avanzate per la sicurezza del volo.

L’integrazione di tecnologie avanzate, l’attenzione alla sostenibilità e l’espansione delle normative favoriranno un impiego sempre più diffuso e innovativo di questi dispositivi, contribuendo a migliorare la qualità della vita e la gestione delle risorse.

 

I Droni in ambito militare: strumenti di precisione o strumenti di morte nelle guerre moderne?

 

Dall’altro lato i conflitti degli ultimi  anni, come quello in Ucraina e a Gaza, hanno mostrato il potenziale distruttivo e negativo dell’impiego dei droni. Sia l’Ucraina che la Russia hanno impiegato dei modelli innovativi per ricognizioni e attacchi mirati, cambiando le strategie militari tradizionali.

In particolare, si è assistito all’introduzione dei cosiddetti “droni kamikaze”, progettati per colpire obiettivi specifici sacrificando se stessi. Questi strumenti, economici ma altamente distruttivi, rappresentano una nuova frontiera nella guerra moderna.

Nel panorama delle guerre moderne, i droni hanno acquisito un ruolo sempre più preminente. Se inizialmente utilizzati come strumenti per il monitoraggio, oggi questi velivoli senza pilota sono diventati delle vere e proprie armi di precisione.

Dalla Siria all’Ucraina, passando per Gaza, l’uso dei droni nelle operazioni belliche ha sollevato preoccupazioni e dibattiti intensi, generando interrogativi su etica, giustizia e responsabilità.

Il principio alla base dell’utilizzo dei droni è quello della “guerra senza rischi”. I droni permettono di colpire obiettivi strategici con una precisione chirurgica, minimizzando i rischi per i soldati e, teoricamente, riducendo le vittime civili.

 

 

Grazie a tecnologie avanzate, i droni sono strumenti di precisione. Possono effettuare attacchi mirati che riducono i danni collaterali, sebbene non siano esenti da errori.

Inoltre, la loro efficienza operativa li rende perfetti per monitorare in tempo reale il campo di battaglia, fornendo dati cruciali per prendere decisioni strategiche rapide e informate.

Tuttavia, in molte situazioni, questo vantaggio si è trasformato in un paradosso. La capacità di effettuare attacchi mirati da remoto ha infatti condotto a un numero crescente di vittime tra i civili e a danni collaterali enormi, che sfuggono a un controllo immediato.

Nel conflitto in Ucraina, i droni sono stati utilizzati in maniera massiccia sia dalle forze russe che da quelle ucraine. Le immagini di droni armati che colpiscono in modo quasi inesorabile obiettivi militari e infrastrutture civili hanno suscitato l’indignazione e il timore crescente nell’opinione pubblica internazionale.

Sebbene i droni possano ridurre la perdita di vite tra i soldati, è innegabile che la loro capacità di raggiungere qualsiasi obiettivo, anche al di fuori delle linee di battaglia, sollevi questioni morali sul limite tra un attacco militare legittimo e un crimine di guerra.

Ad esempio in Siria, i droni sono diventati uno strumento privilegiato per colpire gruppi come lo Stato Islamico (ISIS), ma anche per il regime di Assad, che li ha usati per bombardare aree civili. La precisione degli attacchi, che spesso si suppone riduca il rischio di vittime innocenti, ha avuto invece l’effetto contrario, alimentando la spirale di morte e distruzione. La guerra in Siria ha mostrato come i droni possano essere facilmente integrati in strategie di “guerra totale”, dove l’innocente non è più semplicemente collateralmente colpito, ma direttamente preso di mira.

Gaza ha visto l’intensificazione dell’uso dei droni in operazioni belliche tra Israele e Hamas. Sebbene l’uso dei droni da parte dell’esercito israeliano sia stato giustificato come una misura per evitare il rischio per i soldati, le immagini di famiglie distrutte e città rase al suolo sollevano interrogativi etici e politici.

L’accusa di “guerra asimmetrica”, in cui un potente esercito utilizza tecnologie avanzate contro una resistenza armata, ha alimentato una crescente indignazione nei forum internazionali.

Questi ultimi conflitti hanno innescato un dibattito su come regolamentare l’uso dei droni. La guerra moderna, sebbene tecnicamente avanzata, sta perdendo il suo volto umano.

Mentre i droni sono promossi come soluzioni “chirurgiche”, le atrocità che ne derivano mostrano quanto questo progresso tecnologico stia sfidando le leggi internazionali e le norme morali. L’intensificarsi della guerra automatizzata rischia di sradicare l’umanità dal conflitto, creando una distanza emotiva tra chi ordina gli attacchi e chi ne subisce le terribili conseguenze.

La distanza psicologica creata dall’uso di droni è uno degli elementi di grande preoccupazione di vari analisti. Operare un drone a migliaia di chilometri dal campo di battaglia può portare a decisioni di attacco meno ponderate, aumentando il rischio di errori di valutazione con conseguenze gravi.

Un altro problema significativo è la proliferazione tecnologica.

L’abbassamento dei costi e l’accessibilità sempre maggiore di questi strumenti li ha resi disponibili anche a gruppi non statali e a organizzazioni terroristiche, aumentando i rischi di utilizzo improprio.

 

Inoltre, i droni, essendo dispositivi connessi, sono vulnerabili a cyberattacchi che potrebbero consentire a un avversario di prenderne il controllo e utilizzarli contro lo stesso esercito che li ha lanciati.

Oggi i droni in campo militare sollevano una domanda fondamentale: la guerra tecnologica e senza pilota è davvero una forma più giusta e precisa di conflitto, o è semplicemente un altro passo verso la disumanizzazione della guerra?

 

 

Sicilia: a che punto siamo sull’utilizzo della tecnologia dei droni?

 

Dagli anni ’90 a oggi, l’Italia ha abbracciato il potenziale offerto dai droni, impiegandoli in una molteplicità di ambiti che spaziano dall’agricoltura alla sicurezza, dall’ambiente alla logistica. Questa evoluzione è stata accompagnata da importanti iniziative sia a livello nazionale che regionale.

In Italia, i droni furono introdotti inizialmente per scopi militari, con l’aeronautica che li utilizzò negli anni ’90 durante le missioni NATO nei Balcani.

Tuttavia, il loro uso si è rapidamente esteso a campi civili, come il monitoraggio del territorio per prevenire incendi o controllare aree protette. L’agricoltura di precisione è uno degli ambiti in cui il nostro Paese ha fatto da pioniere, utilizzando i droni per ottimizzare i raccolti e ridurre l’uso di risorse.

Nel corso degli ultimi decenni, i droni si sono affermati come strumenti essenziali per affrontare alcune delle problematiche più complesse  anche del panorama siciliano.

La Sicilia si è distinta per l’applicazione dei droni in diversi ambiti, mettendo in atto progetti pionieristici che hanno attirato l’attenzione anche a livello nazionale e sfruttando finanziamenti europei, nazionali e regionali.

 

Fondi e finanziamenti per l’utilizzo dei droni in Sicilia

 

La Regione Siciliana ha istituito proprio diversi fondi per promuovere l’innovazione tecnologica, con particolare attenzione all’adozione di tecnologie avanzate come i droni.

Ecco alcune delle principali iniziative:

 

-Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR):

Il PNRR italiano, con una dotazione di 194,4 miliardi di euro, prevede investimenti in vari settori, tra cui l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione.

Le aziende siciliane possono accedere a finanziamenti per progetti che integrano l’uso dei droni, specialmente in ambiti come l’agricoltura di precisione e la gestione delle risorse naturali.

Ad esempio, il programma “Agricoltura 4.0” offre contributi per l’acquisto di droni destinati all’agricoltura

 

-Fondi regionali per l’Innovazione:

La Regione Siciliana ha istituito fondi specifici per supportare l’innovazione tecnologica. Questi fondi offrono finanziamenti a fondo perduto o agevolato per progetti che promuovono l’adozione di tecnologie avanzate, inclusi i droni, in vari settori.

Come il Programma STEP (Sostegno Tecnologico alle Imprese e alle PMI) che, con una dotazione di 600 milioni di euro, mira a sostenere le imprese siciliane nell’adozione di tecnologie innovative, inclusi i droni.

Questo programma è in linea con il “Piano Industria 2030″ e utilizza fondi dell’Unione Europea per promuovere la digitalizzazione e l’innovazione nel sistema produttivo regionale.

 

-Programma FESR Sicilia 2021-2027:

Questo programma, con una dotazione finanziaria di 5,8 miliardi di euro, finanzia progetti che promuovono l’innovazione e la competitività, offrendo opportunità per l’adozione di tecnologie avanzate come i droni in ambiti come l’agricoltura, la gestione ambientale e la sicurezza.

Fesr Sicilia 2021-2027

In particolare per “Sostegno alle Infrastrutture di Ricerca (Azione 1.1.4 del PR FESR Sicilia 2021-2027)”, una misura che finanzia progetti che mirano a potenziare le infrastrutture di ricerca in Sicilia.

Le università, gli enti di ricerca e le imprese possono beneficiare di finanziamenti per sviluppare e implementare tecnologie innovative, inclusi i droni, in vari settori.

 

-Programma Horizon Europe:

Anche se non specifico per la Sicilia, Horizon Europe è il principale programma di finanziamento dell’Unione Europea per la ricerca e l’innovazione.

Le imprese e gli enti di ricerca siciliani possono partecipare a consorzi europei per sviluppare progetti che integrano l’uso dei droni, beneficiando di finanziamenti significativi.

 

-Programma Operativo Nazionale (PON) “Ricerca e Innovazione” 2014-2020:

Anche se il periodo di programmazione è terminato, alcune risorse potrebbero essere ancora disponibili.

Questo programma ha finanziato progetti di ricerca e innovazione, offrendo opportunità per l’adozione di droni in vari ambiti.

 

 

La Sicilia laboratorio di progetti di innovazione con i droni

 

Diverse amministrazioni locali e enti pubblici in Sicilia hanno avviato progetti pilota per l’uso dei droni in vari settori.

Ecco alcuni esempi significativi:

Il progetto di monitoraggio ambientale a Palermo: la Polizia municipale di Palermo ha acquisito tre droni per il monitoraggio del territorio. Questi droni vengono utilizzati per la sorveglianza del traffico, la gestione delle emergenze e la protezione civile, garantendo un controllo più efficiente e tempestivo delle aree urbane.

In ambito sanitario, un progetto pionieristico ha visto i droni impiegati nelle isole Eolie per il trasporto urgente di farmaci e sacche di sangue verso l’ospedale di Patti, in provincia di Messina.

Un’iniziativa approvata dall’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (Enac), che testimonia come questa tecnologia possa avere un impatto diretto sulla vita quotidiana e a garantire un servizio più efficiente per le strutture sanitarie delle isole.

Sul fronte della sicurezza, l’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale ha lanciato un progetto per il monitoraggio dei porti di Palermo, Termini Imerese e Trapani. I droni, grazie alla capacità di effettuare riprese aeree dettagliate, contribuiscono alla sorveglianza delle infrastrutture e al controllo delle attività portuali.

 L’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente Sicilia (Arpa), ad esempio, utilizza droni per il monitoraggio della vegetazione, la tutela delle aree protette e la valutazione dell’erosione costiera. Arpa ha acquisito droni come il DJI Matrice 600 per il monitoraggio ambientale.  L’agenzia ha partecipato a esercitazioni congiunte con esperti dronisti, dimostrando l’efficacia dei droni nel monitoraggio ambientale.

In ambito agricolo, il progetto A.C.Q.U.A. 2 ha introdotto l’uso di droni per monitorare gli agrumeti, rilevando situazioni di stress idrico e ottimizzando l’uso delle risorse idriche. Questo approccio innovativo ha migliorato significativamente la qualità dei raccolti, ponendo le basi per un’agricoltura più sostenibile.

Anche la prevenzione degli incendi boschivi ha beneficiato di questa tecnologia. Il Dipartimento della Protezione Civile Siciliana ha sperimentato droni a energia solare come il FireHound Zero, capaci di sorvegliare ampie aree e rilevare tempestivamente focolai.

Il comune di Monreale è il primo in Sicilia a dotarsi di questi droni FireHound per il monitoraggio e la prevenzione degli incendi.

Questi droni, in grado di coprire fino a 500 ettari all’ora, rappresentano un importante passo avanti nella lotta contro gli incendi. I dispositivi sono progettati per sorvegliare ampie aree e rilevare tempestivamente focolai, contribuendo a una risposta rapida ed efficace.

Il Dipartimento della Protezione Civile Siciliana invece da tempo sta sperimentando l’uso di droni a energia solare per attività di ricerca e soccorso. Questi droni offrono un’autonomia di volo estesa, rendendoli ideali per operazioni in aree remote o difficilmente accessibili.

Questi progetti dimostrano l’impegno della Sicilia nell’integrare i droni in vari settori, promuovendo l’innovazione e migliorando l’efficienza dei servizi pubblici.

 

Una visione per il futuro

 

L’adozione crescente della tecnologia dei droni da parte di enti pubblici e privati dimostra come l’Italia e, in particolare, la Sicilia, siano pronte a sfruttare appieno le opportunità offerte dalla tecnologia. Tuttavia, permangono troppe criticità strutturali legate alla regolamentazione e alla necessità di standard operativi chiari.

Il futuro dei droni appare ricco di opportunità, con sviluppi che promettono di trasformare settori chiave della società. L’integrazione di tecnologie avanzate, l’attenzione alla sostenibilità e l’espansione delle normative favoriranno un impiego sempre più diffuso e innovativo di questi dispositivi, contribuendo a migliorare la qualità della vita e la gestione delle risorse.

Con il giusto supporto normativo e ulteriori investimenti, i droni continueranno a rivoluzionare settori chiave, contribuendo a costruire un’Italia più innovativa ed efficiente. Dai cieli della Sicilia, infatti, potrebbe partire una nuova era per l’Isola e il paese tutto

 

 

 

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