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La nuova comunicazione

L’intelligenza artificiale e i “trucchetti” in vista delle Europee: occhio ai post dei candidati 

mercoledì 8 Maggio 2024

Smistare, controllare e orientare la via del voto in vista della chiamata alle urne non mai stato così facile. Se appena dieci anni ci si interrogava su come le piattaforme social influissero nel rapporto tra elettori, eletti e partiti, oggi l’asticella si è alzata vertiginosamente. Condividere ogni tappa del proprio tour elettorale su Facebook, dimostrarsi informati su ogni notizia esprimendo la propria visione su X o interfacciarsi con i più giovani attraverso i brevi video di Tik Tok è divenuta un’abitudine ben consolidata. I vari candidati siciliani, seppur con qualche difficoltà nello stare al passo con i tempi, non sono certamente sfuggiti all’allettante mezzo, ma il gradino successivo è già avvenuto.

L’intelligenza artificiale ha da tempo messo alle spalle la fase di sperimentazione e, nonostante i tanti aspetti ancora da limare, ha già acquisito terreno in ogni settore e in ogni ambito lavorativo. Ma in che modo può essere d’aiuto ai profili in corsa per un posto a Bruxelles?

Uno degli usi più comuni, ampiamente conosciuto e diffuso, anche tra gli studenti “più furbi“, è la generazione automatica dei testi. Cogliere le parole giuste, formulare frasi brevi, dirette, immediate e comprensibili a chiunque è sempre stato l’obiettivo della comunicazione formato social, vista anche la logica degli algoritmi delle piattaforme digitali che favoriscono la diffusione di un certo tipo di contenuto, composto con determinati standard o misure. Ma non solo. Appositi sistemi di intelligenza artificiale permettono anche di ricreare un’immagine o una fotografia che in realtà non è mai esistita. Un esempio? Non solo dragoni o unicorni. Basti pensare agli ultimi scandali vicini alla Royal Family inglese o gli “scatti” di Donald Trump colto in preghiera o ritratto con donne afroamericane. Insomma, l’ex presidente ha già dichiarato guerra ai democratici e all’attuale coinquilino della Casa Bianca, pronto a vendicarsi per la sconfitta di quattro anni e intende adoperarsi di tutti i mezzi a sua disposizione.

In Italia la nuova “moda” non sembra ancora spopolata e, visti i ritmi del passato, pensare possa sbarcare prima del tempo in Sicilia è difficilmente auspicabile. Del resto un esempio, seppur con un velo di ironia, lo è stato Mimmo Turano, candidato tra le file della Lega, condividendo un video nel quale parlava fluidamente quattro lingue diverse. Ovviamente si trattava di uno “stratagemma” e a rivelarlo era stato lo stesso assessore regionale all’Istruzione, auto smascherandosi. Dunque, per assistere agli effetti che scaturiranno da questo nuovo e potente mezzo, dai confini sconfinati, almeno nel nostro Paese, bisognerà ancora aspettare un po’, nonostante l’impiego sia già agli occhi di tutti, ma spesso celato.

Di questo ne è convinto Tony Siino, communication specialist AgID, già social media manager della Regione Siciliana e di Unipa: “L’intelligenza artificiale generativa può sicuramente essere utilizzata con grande efficacia per velocizzare la redazione di testi e renderli comunicativamente più efficaci. Sono certo che gli staff dei candidati la usino già per i social media. Altri utilizzi riguardano l’automazione di operazioni dietro le quinte, come la profilazione di liste di elettori e la creazione di inserzioni sponsorizzate mirate. Usi più pervasivi e molesti come i video fake potranno vedersi in competizioni future in contesti di scontri diretti per posizioni di vertice come i sindaci e i presidenti“.

L’intelligenza artificiale ha dimostrato di poter essere anche un alleato un po’ più esterno e meno diretto all’immagine stessa del potenziale candidato in cerca di consenso. Facendo qualche giretto su Instagram o scrollando su Tik Tok è cresciuta sempre di più la possibilità di interagire con contenuti di influencer virtuali. Uno dei primissimi “dilemmi” del 2024 ruotava intorno alla figura di Emily Pellegrini (CLICCA QUI). La ventitreenne in pochi mesi aveva racimolato centinai di migliaia di follower. Numeri veramente incredibili che hanno spinto il popolo del web a interrogarsi, fino a scoprire la verità: Emily non esiste ed è frutto dell’intelligenza artificiale. Non si tratta né della prime né dell’ultima. I riflettori adesso sono puntati su Francesca Giubelli. Anche lei non esiste in carne e ossa, ma la sua vetrina social la rende estremamente vicina alla realtà. Giovane, affascinante, amante del buon cibo, della moda e accanita sostenitrice della Roma di De Rossi. Francesca però non ha nascosto neanche il suo orientamento politico, intervenendo con un video di pochi minuti alla conferenza programmatica di Fratelli d’Italia a Pescara.

I partiti inizieranno a colmare il gap con gli elettori attraverso gli influencer? Per affermarlo è ancora presto. Certamente potrebbe essere un nuovo strumento per provare ad allargare la propria platea, avvicinare i giovani e convincere gli astensionisti, sempre più numerosi, a recarsi alle urne. Tornando agli esempi a stelle e strisce, sondaggi dimostrano che un dichiarato appoggio della cantautrice Taylor Swift alla base dei dem potrebbe sovvertire i pronostici e persino il voto. Con una base di seguaci solida e ben definita la differenza tra influencer reali e virtuali è poi così concreta?

Come tutti gli influencer, potenziatemene potrebbero influire sul voto nel momento in cui venissero usati per uno specifico candidato e il suo pubblico di riferimento fosse propenso a cogliere queste indicazioni. C’è poca differenza tra un’influencer vera e una virtuale – ha aggiunto Siino – anche perché a volte questa differenza non è percepita. Ci sono casi in cui le immagini generate con l’intelligenza artificiale non vengono distinte da quelle naturali“.

E la Sicilia?Non credo che questo aspetto sia particolarmente rilevante e che eventuali influencer virtuali possano avere un pubblico propenso ad accogliere questo tipo di tendenze capaci di orientare il voto. Per la nostra realtà – conclude – solitamente tardiva nel recepire queste tendenze, è un tema un po’ prematuro. L’impatto, al momento, è soprattutto nella generazione di testi“. Ed effettivamente, sbirciando tra un post e l’altro dei candidati alle Europee di giugno, il dubbio è plausibile.

Mosse scorrette? Stabilire un limite a oggi non è semplice. Una regolamentazione precisa non esiste e ad avere la meglio è la mente più fantasiosa e, soprattutto, più abile.

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