Il tuono lo hanno sentito tutti. La sera del Festino di Santa Rosalia per tutta Palermo – e non solo – sono riecheggiate le parole del suo pastore, l’arcivescovo Corrado Lorefice, che si è scagliato con coraggio contro la droga: “Chi la usa rimpingua le tasche della mafia”.
Chi si aspettava solo frasi di festeggiamento, di ringraziamento per la liberazione definitiva dalla pandemia da Covid-19, moderna peste, si sbagliava di grosso.
Lorefice ha dedicato interi minuti della sua omelia a ricordare “i nostri giovani, vittime della droga. Rosalia – ha detto – ci ricorda la morte di Giulio, vittima del crack a 19 anni. Dobbiamo aprire gli occhi, non dobbiamo avere paura. La mafia vuole 5 euro a dose”.
Il riferimento è alla morte di Giulio Zavatteri di qualche mese fa. “I nostri figli vengono illusi. Noi adulti dobbiamo chiedere perdono perché siamo distratti, perché abbiamo dimenticato le cose essenziali. Abbiamo dimenticato che Dio ci illumina. Rosalia questo vuole da noi”. Parole misurate e silenzi, egualmente d’impatto.
Di una voce così perentoria Palermo aveva disperato bisogno da anni, ormai. Così come aveva bisogno di qualcuno che, oltre a lamentare mancanze e ritardi, si rimboccasse le maniche e agisse in prima persona.
Non – ancora – sul tema della droga, ma su un’altra emergenza, negli ultimi dodici mesi c’è chi ci ha messo la faccia. Ha chiesto, ha ottenuto, ha rinnovato. Ha avuto la prontezza – e, forse, anche il coraggio – di rivedere ogni singolo ingranaggio di un sistema che si era in qualche modo inceppato.
Lo ha fatto, bisogna riconoscerlo, la Giunta Lagalla per la questione cimiteriale: 1400 salme che da almeno tre anni erano in attesa di una degna sepoltura. Il commissariamento, fortemente voluto dal sindaco, ma anche dall’assessore ai Servizi cimiteriali, Totò Orlando, ha dato i suoi frutti. E, adesso, a distanza di appena sei mesi dal benestare del Governo nazionale, la città di Palermo può dire di essere ufficialmente uscita dall’emergenza e di essere preparata ad affrontare almeno il prossimo decennio.
È, questo, solo un primo passo. Ma, se non si comincia da qualche parte…