La provincia di Messina è fanalino di coda nella lotta all’evasione fiscale in Italia.
La situazione in atto in riva allo Stretto è stata analizzata nell’ambito di uno studio del Servizio Politiche Territoriali della UIL, effettuato su scala nazionale.
Un premio statale, introdotto nel 2010, consente infatti ai comuni più virtuosi di trattenere nelle proprie casse il 100% degli importi recuperati dalla lotta all’evasione. E in questo contesto il dato di Messina appare quanto mai deficitario con soli 15.202 euro recuperati nel 2016. Cifra comunque superiore al dato di Palermo e Catania, rispettivamente pari a 10.598 e 4.334 euro.
In totale, sono solo 25 i Comuni siciliani ad aver attivato nel 2016 la procedura per la compartecipazione al contrasto all’evasione fiscale, per un totale di 93.333 euro raccolti.
La provincia di Messina risulta la maglia nera della Penisola con lo 0,9% dei Comuni che ha accertato irregolarità. Ai primi posti della classifica ci sono i comuni di Milano (1,7 milioni), Genova (991 mila) e Torino (688 mila euro).
Eloquente, d’altronde, appare lo stato delle cose per i mancati pagamenti da parte dei cittadini sul servizio idrico nella città di Messina. Stando a quanto certificato da Amam, a Messina oltre il 20% degli abitanti e delle imprese e dei commercianti non paga i consumi.
Su 88.459 utenze complessive a cui Amam distribuisce l’acqua e ritira liquami, 63.201 (71,5%) è moroso per un tasso di morosità del 23,25% su base annua. Sul totale dei morosi, il 61% sono famiglie (54.291) per un totale di 41 milioni di euro complessivi, ai quali si aggiungono i condomini (circa 46 mila) per altri 35 milioni.
Le utenze domestiche non pagate mettono insieme mancati pagamenti per 76 milioni di euro. Numeri che fanno riflettere, anzi rabbrividire, e sui quali viene facile chiedersi come si sia arrivati sino a questa condizione di elusione totale. In riva allo Stretto è andata in scena una vera “sinfonia” di mancati pagamenti alla quale si aggiungono imprese, negozi, alberghi e ristoranti morosi per un totale di oltre 12 milioni di euro. Solo il 30% di tutte le utenze, pari a 26 mila utenze, è completamente in regola con i pagamenti. La stessa Pubblica Amministrazione ha oltre 4 milioni di euro di debiti con 168 enti (compresi ospedali e cliniche) dei 191 che sono morosi con l’Amam.
Amam ha accumulato 92 milioni di crediti negli ultimi 15 anni con cittadini, condomini, imprese, negozi, alberghi, ristoranti. Il mancato incasso è di 5-6 milioni di euro. La soluzione per contribuire a risolvere il problema della distribuzione dell’acqua è anche fare ciascuno la propria parte, compreso, evidentemente, il pagamento delle utenze. Ad ogni modo, per il biennio 2017-2018 e fino al 2019 abbiamo programmato oltre 17 milioni di euro di investimenti”, hanno evidenziato i vertici dell’azienda che si occupa del servizio idrico. Numeri che rendono l’idea, bastano e avanzano per far capire la situazione ed evidenziare quanta strada ci sia da fare per invertire la tendenza negativa di tutti questi anni.