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Passa ora all’esame del Senato

Lotta all’obesità, la Camera approva la proposta di legge: la Sicilia tra le realtà più esposte

giovedì 8 Maggio 2025

nella lotta all’obesità. Per la prima volta in Italia, e nel mondo, questa patologia viene formalmente riconosciuta come malattia e inclusa in un disegno organico di prevenzione e cura.

In Italia, l’11,8% della popolazione adulta è obesa – quasi 6 milioni di persone – e il 19% dei bambini tra gli 8 e i 9 anni risulta in sovrappeso, mentre il 9,8% è affetto da obesità. In Sicilia i numeri sono ancora più allarmanti: il 22,6% della popolazione è in sovrappeso, il 10,8% è obesa e la quota di bambini con eccesso ponderale raggiunge circa il 30%.

Un cambio di paradigma

In un quadro epidemiologico sempre più allarmante, il Parlamento ha compiuto un passo decisivo approvando alla Camera la proposta di legge unificataDisposizioni per la prevenzione e la cura dell’obesità”. Il testo, nato dall’unificazione delle iniziative dei deputati Roberto Pella (Forza Italia) e Francesco Quartini (Movimento 5 Stelle), passa ora all’esame del Senato.

Il disegno di legge (Ddl) introduce un vero e proprio cambio di paradigma: l’obesità non è più considerata una semplice condizione da contrastare con iniziative di sensibilizzazione generiche, ma viene finalmente riconosciuta come malattia progressiva e recidivante di interesse sociale, rientrando nel quadro delle patologie croniche. Un riconoscimento che ne sottolinea la gravità clinica, l’impatto economico e le molteplici comorbidità associate – dal diabete alle malattie cardiovascolari, fino ad alcune forme tumorali.

Elemento di svolta è anche l’inclusione dell’obesità tra le patologie coperte dai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA): un passaggio formale ma strategico, che apre alla definizione di percorsi diagnostico-terapeutici dedicati e uniformi a livello nazionale, garantendo equità di accesso e presa in carico strutturata.

Contenuti del Ddl

Il testo normativo, articolato in sei articoli, prevede una serie di strumenti operativi:

  • inserimento dell’obesità nel Piano nazionale della cronicità: le Regioni saranno tenute a integrare la gestione dell’obesità nei rispettivi piani sanitari territoriali, con interventi mirati alla prevenzione, promozione dell’attività fisica, diffusione di stili di vita sani e sostegno alla genitorialità responsabile;

  • costituzione di un Osservatorio per lo Studio dell’Obesità (OSO) presso il Ministero della Salute, con il compito di raccogliere dati, monitorare l’andamento epidemiologico e promuovere la diffusione delle buone pratiche;

  • formazione sanitaria: previsto un fondo di 400.000 euro annui a partire dal 2025 per la formazione e l’aggiornamento di medici di medicina generale, pediatri, personale SSN e studenti universitari;

  • informazione e sensibilizzazione: il Ministero della Salute coordinerà campagne pubbliche per promuovere la corretta alimentazione, la lotta alla sedentarietà e l’attività fisica. Stanziati 100.000 euro annui per queste attività;

  • fondo nazionale: è prevista una copertura finanziaria di 1,2 milioni di euro per il 2025, 1,3 milioni per il 2026 e 1,7 milioni annui a partire dal 2027. Le risorse saranno distribuite alle Regioni tramite decreto ministeriale.

Sicilia, una regione ad alta priorità di intervento

La Sicilia si conferma una delle aree del Paese con la più alta incidenza di sovrappeso e obesità, configurandosi come una vera e propria regione sentinella per l’evoluzione di questa emergenza sanitaria. Ma è nella fascia pediatrica che l’allarme diventa più urgente: quasi un bambino su tre presenta eccesso ponderale. Una percentuale che supera ampiamente la media nazionale e che preannuncia un incremento esponenziale delle patologie croniche correlate nei decenni futuri.

Le implicazioni per il sistema sanitario regionale sono significative: aumenteranno i costi per la gestione di diabete, malattie cardiovascolari, disturbi muscolo-scheletrici e neoplasie legate all’obesità, con un impatto anche sulla produttività e sulla qualità della vita delle generazioni più giovani. In assenza di interventi strutturati, il carico assistenziale rischia di saturare le capacità già fragili della medicina territoriale.

In questo scenario, il Ddl rappresenta un’occasione strategica per la Sicilia per invertire la rotta. Servono piani regionali integrati, che prevedano:

  • Interventi di educazione alimentare e promozione dell’attività fisica nelle scuole;

  • Percorsi di screening e diagnosi precoce nei servizi pediatrici e nei consultori;

  • Il rafforzamento dei centri specializzati per i disturbi del comportamento alimentare e per la gestione dell’obesità;

  • La creazione di reti territoriali multidisciplinari, che coinvolgano medici di famiglia, pediatri, psicologi, nutrizionisti e servizi sociali.

L’applicazione concreta del disegno di legge in Sicilia non può limitarsi alla teoria: occorre un forte coordinamento tra Assessorato alla Salute, ASP, scuole, enti locali e associazioni del terzo settore. Solo un approccio sistemico e territoriale potrà rispondere a una sfida che, nel caso siciliano, non è solo clinica ma anche sociale e culturale.

Le implicazioni per i medici e per il SSN

Di fronte a una condizione sanitaria sempre più diffusa e complessa come l’obesità, diventa evidente quanto sia cruciale il ruolo dei medici. La legge approvata interviene proprio su questo fronte, tracciando nuove responsabilità e opportunità per i professionisti della salute e per l’intero Servizio Sanitario Nazionale.

Il riconoscimento dell’obesità come malattia cambia radicalmente l’approccio clinico: non si tratta più soltanto di raccomandare al paziente di “perdere peso, ma di attivare percorsi terapeutici strutturati, fondati su linee guida condivise, multidisciplinarietà, accesso ai centri specialistici e monitoraggio a lungo termine. L’obiettivo è superare l’attuale frammentazione degli interventi, spesso lasciati alla discrezionalità delle singole strutture, e costruire un modello uniforme e accessibile su tutto il territorio nazionale.

In parallelo, la legge riconosce la necessità di un aggiornamento mirato del personale medico, finanziando percorsi formativi specifici per medici di medicina generale, pediatri e operatori coinvolti nei processi di prevenzione, diagnosi e cura. Un investimento fondamentale per affrontare quella che si configura come una delle sfide sanitarie più complesse e trasversali del nostro tempo.

Questa proposta di legge rappresenta dunque un primo, importante passo verso una sanità pubblica che riconosca l’obesità per ciò che realmente è: una malattia cronica, complessa e sociale, che richiede un approccio integrato, continuità assistenziale e un forte impegno educativo. Il compito ora passa alle Regioni e agli operatori sanitari, chiamati a trasformare le disposizioni legislative in azioni concrete, efficaci e sostenibili.

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