L’anno d’oro è stato il 2018, che anche a livello regionale ha visto il boom del M5S al punto che alle Politiche ebbero più eletti che candidati (e ne usufruirono pentastellati di altre circoscrizioni). Anche in riva allo Stretto l’anno migliore fu proprio il 2018, che coronò il risultato delle regionali del novembre 2017. Il caso di Messina è stato particolare rispetto al resto della Sicilia, perché per l’appunto i mandati elettorali del 2018 (Politiche, Regionali e Comunali) sono “stretti” da due mandati, quelli del 2013 e quello del 2022 di tutt’altro tenore.
IL BOOM DEL 2018
Partiamo quindi dal “pienone” del 2018, annunciato anche dalle piazze gremite ad ogni passaggio di Grillo, Di Maio, Di Battista. Nel marzo 2018 sbarcarono tra Senato e Camera sei eletti del M5S, tutti gli uninominali andarono a pentastellati, fatto questo che consentì lo scorrimento al Plurinominale: Francesco D’Uva, Angela Raffa, Antonella Papiro, Grazia D’Angelo, Alessio Villarosa, Barbara Floridia.
RADDOPPIO ALL’ARS
L’onda pentastellata anche a Messina vinse su tutti i fronti. Alle Regionali del novembre 2017 il M5S aveva raddoppiato ed a Valentina Zafarana (prima grillina ad arrivare all’Ars nel 2012) si era aggiunto Antonio De Luca.
LA PRIMA VOLTA AL COMUNE
Nel giugno 2018 il M5S entra con numeri pesanti anche in consiglio comunale guidati dal candidato sindaco Gaetano Sciacca (che però non arriva al ballottaggio che sarà Bramanti-De Luca con la vittoria di quest’ultimo). Per la prima volta il M5S entra a Palazzo Zanca con 7 consiglieri comunali, il gruppo più numeroso. Inizialmente c’è Gaetano Sciacca, che poi si dimette quando assume un incarico dirigenziale alla Regione. In Aula quindi sono: Gaetano Sciacca, Andrea Argento, Cristina Cannistrà, Ciccio Cipolla, Paolo Mangano, Serena Giannetto, Giuseppe Schepis. Alle dimissioni di Sciacca subentrò Giuseppe Fusco. Un buon numero di pentastellati venne eletto anche nei consigli di circoscrizione. In controtendenza va Alessandro Geraci, attuale vice presidente della Terza Municipalità, che contro venti avversi di ben due coalizioni contro (centrodestra e deluchiani) è stato riconfermato in consiglio (e che negli anni ha portato avanti una serie di battaglie per l’intero territorio).
Prima di vedere cosa è accaduto successivamente occorre fare un passo indietro.
IL CASO ACCORINTI
Nel 2013 infatti mentre in tutti gli altri Comuni il M5S era in forte crescita a Palazzo Zanca le cose erano andate diversamente. Se D’Uva e Villarosa erano riusciti ad essere i primi parlamentari del M5S e Valentina Zafarana la prima deputata regionale, al Comune di Messina il vero “anti casta” fu identificato in Renato Accorinti. La candidata sindaca del M5S Maria Cristina Saija non ce la fece ed anche la lista non superò lo sbarramento, lasciando fuori dall’Aula i 5stelle. Le corazzate di centrodestra e Pd lasciarono un margine di appena 4 consiglieri alla lista di Accorinti.
E CON CATENO….
Ecco perché l’approdo a Palazzo Zanca nel 2018 è stato un notevole risultato per i grillini dello Stretto. Ma le cose negli anni successivi sono cambiate. E di molto. Se Accorinti è stato votato sindaco nel 2013 perché anti casta, nel 2018 è accaduto qualcosa di analogo con Cateno De Luca, visto dagli elettori messinesi come anti-sistema (nonostante le sue esperienze da amministratore e da deputato decennali). Nel 2018 De Luca si ritrovò zero consiglieri di riferimento e tutta l’Aula contro. Nei successivi 4 anni ha conquistato una maggioranza che gli ha consentito poi di stravincere le elezioni del 2022.
IL M5S HA PERSO PEZZI
Il gruppo consiliare del M5S del 2018 si è andato assottigliando fino ad arrivare, nel 2022 a tre componenti (Andrea Argento, Cristina Cannistrà, Giuseppe Fusco). Gli altri hanno cambiato gruppo e nel giugno 2022 Serena Giannetto, Giuseppe Schepis e Ciccio Cipolla passati con Cateno De Luca e ricandidati con Basile sindaco sono stati rieletti in consiglio comunale.
NEL 2022: DI NUOVO FUORI
Il M5S invece, con poco più del 4%, non ha superato lo sbarramento del 5% alle amministrative di giugno 2022 ed è rimasto fuori da Palazzo Zanca. Il partito quindi ha avuto un gruppo consiliare solo per un mandato, quello del 2018.Ci sono però alcuni consiglieri nelle circoscrizioni.
ARS: SOLO UN ELETTO
Nel 2022 all’Ars il M5S è tornato ad un solo deputato per la provincia di Messina (Antonio De Luca) ed in Parlamento dai 6 del 2018 il partito è sceso a 2: Barbara Floridia (capogruppo al Senato) ed Angela Raffa.
Riepilogando: cinque anni dopo il M5S è nuovamente fuori dal Comune, ha dimezzato la presenza all’Ars ed è passato da 6 a 2 parlamentari.
C’è da dire che il partito non si è mai fermato con le attività nel territorio e con numerose iniziative, ma i risultati alle urne sono stati tali da aver penalizzato molto il lavoro sul campo. Essere usciti dal consiglio comunale dopo appena un mandato è stato sicuramente un brutto colpo, così come il ritrovarsi con un terzo della pattuglia di parlamentari. Se nel resto della Sicilia il M5S è riuscito in due collegi uninominali a “frenare” il centrodestra, a Messina a strappare i seggi è stato sempre Cateno De Luca che ha portato due parlamentari. In sostanza è proprio Cateno ad erodere la base grillina così come nel 2013 al Comune lo era stato Accorinti.