L’esperienza in sala è qualcosa di sicuramente irripetibile ma con gli anni sembra aver sempre più perso il suo appeal verso il grande pubblico. Complice anche l’avvento dei numerosi servizi di streaming che imponendosi sul mercato hanno finito per strappare pubblico alla sala, relegando i cinema solo ad un luogo occasionale.
Sono rimasti solo gli “eventi speciali” a smuovere le masse per accorrere verso l’ultimo titolo del momento, facendo la fortuna dei grossi blockbuster americani ma lasciando indietro tutta una lunga sfilza di titoli più piccoli.
Ma la crisi del cinema potrebbe dipendere da un costo dei biglietti troppo alto?
Guardando in casa nostra possiamo notare come il costo del biglietto per il cinema in Italia sia uno dei più bassi in Europa. Nel 2017 la Deutsche Bank ha realizzato uno studio dedicato ai prezzi nel mondo prendendo come campione 47 città in diversi paesi. Secondo lo studio andare al cinema a Milano (la città presa a campione per l’Italia) nel 2016 richiedeva 9,40 dollari, a Zurigo il doppio (18$) seguito da Tokyo (15,7$), New York (15,6$) Sydney (15,1$), Londra (14,9$), Parigi (11,6 $), Berlino (10,6 $) e Madrid (9,9 $).
Ovviamente la situazione dimostra una certa discontinuità a livello non solo nazionale ma anche cittadino a seconda dei cinema di riferimento. Il costo medio di un biglietto del cinema, in Italia, oscilla tra i 5,00 e gli 8,00 €, ma considerate anche le sempre più numerose iniziative promosse dal Ministero della Cultura, abbonamenti e scontistiche varie, è difficile imputare la crisi del settore ai prezzi troppo elevati. In Sicilia ad esempio la situazione si dimostra in linea con i costi nazionali. I piccoli cinema nella maggior parte dei casi riescono a fornire dei costi di gran lunga inferiori alle grandi catene multisala. Sia a Palermo che a Catania come a Siracusa e Messina, i prezzi dei multisala subiscono spesso dei rincari arrivando anche a 12 euro a biglietto quando si parla di determinati eventi cinematografici particolarmente attesi. Una dinamica che fa storcere il naso a chi, non vivendo in una grande provincia e vedendo sempre più scomparire i piccoli cinema, fagocitati dai multisala, non ha quindi molta scelta se non la frequentazione di quest’ultimi.
La crisi del settore
Iniziative come quelle del “Cinema in Festa“ o la recente “Cinema Revolution” che prevedeva grossi sconti sui biglietti per i film italiani ed europei, fissati ad un prezzo fisso di 3,50€, hanno smosso di pochissimo le masse a causa della scarsa attrattiva del cinema proposto. La crisi del cinema non va tanto riscontrata in una perdita di interesse per la sala in quanto tale, a dimostrazione del fatto che un certo tipo di blockbuster americano come il filone del cinefumetto o lo straordinario evento del “Barbenheimer” dell’anno scorso hanno portato milioni di spettatori al cinema, dimostrando ancora di poter ricreare un certo interesse nel grande pubblico, felice ed entusiasta di poter accorrere in sala per discutere insieme del titolo del momento.
Ad essere mancata piuttosto negli anni è stata una struttura produttiva solida capace anche di risollevare un cinema, soprattutto quello italiano, che da molti anni a questa parte sta attraversando una grossa crisi. E non bastano le poche mosche bianche come il recentissimo film fenomeno di Paola Cortellesi “C’è ancora domani” a decretare la rinascita del nostro cinema.
Si tratta piuttosto di episodi fortunati e certamente da studiare per il modo in cui sono riusciti ad intercettare un certo favore di pubblico, ma rimangono delle eccezioni in un sistema produttivo, come quello italiano, immobile e non più disposto a farsi sistema, lasciando l’egemonia di mercato tutta al cinema americano dimostratosi negli anni decisamente più competitivo ed al passo con la contemporaneità.
Investire sul cinema
Dopo la pandemia e con l’avvento dei servizi streaming sembra diventato sempre più difficile spingere la gente ad andare in sala. I dati del box office 2023 fanno ben sperare fotografando una situazione decisamente in ripresa e dimostrando come ancora oggi la sala possa avere una sua attrattiva presso il grande pubblico. Investire sulle sale cinematografiche con sale moderne, dotati di nuovi sistemi di impiantistica sia audio che schermo (come ad esempio le sale IMAX) o creando dibattiti prima o dopo le proiezioni, possono ristabilire un contatto con quella stragrande maggioranza di pubblico che il cinema si è lasciato indietro negli anni. La crisi della sala non passa certo per il costo del biglietto, quanto piuttosto per un’industria che da anni sembra sempre più essersi allontanata dal suo pubblico di riferimento.