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Mafia: boss in carcere lamenta cure inadeguate per presunti sintomi Covid

martedì 20 Luglio 2021
carcere

Sto male, da giorni ho la febbre, ho i linfonodi ingrossati, ma non ho ricevuto cure mediche adeguate. Non voglio morire in carcere“.

Lo ha detto oggi piangendo, nel corso di dichiarazioni spontanee rese in video-conferenza dal carcere napoletano di Poggioreale, Vito Bono, 61 anni, di Campobello di Mazara, uno dei 13 imputati del processo, in corso davanti il Tribunale di Marsala, scaturito dall’operazione antimafia “Annozero”.

Un blitz del 19 aprile 2018 che ha visto coinvolti presunti mafiosi e fiancheggiatori di Cosa Nostra nel Belicino. Qualche tempo addietro, Bono aveva contratto il Covid, ma poi era guarito. Adesso, le sue condizioni si sarebbero nuovamente aggravate.

Gli imputati del processo sono Gaspare Como, uno dei cognati del boss latitante Matteo Messina Denaro, al quale si contesta un ruolo di vertice, Vittorio Signorello, Giuseppe Tommaso Crispino, Calogero Giambalvo, Carlo Lanzetta, Nicola Scaminaci e Carlo Cattaneo, quest’ultimo operante del settore delle sale giochi e scommesse on line, tutti di Castelvetrano; Dario Messina, nuovo presunto “reggente” del mandamento di Mazara, Giovanni Mattarella, genero del defunto boss Vito Gondola, Bruno Giacalone, ritenuti appartenenti alla stessa famiglia mafiosa, Vito Bono, Giuseppe Accardo e Maria Letizia Asaro, di Campobello di Mazara.

Per Marco Buffa, di Petrosino, a seguito di nuove contestazioni della Dda, la difesa ha recentemente chiesto e ottenuto il rito abbreviato.

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