La Cassazione ha rigettato i ricorsi degli imputati condannati per mafia, estorsioni, droga e intestazione fittizia di beni appartenenti al clan mafioso della Noce a Palermo. Il processo era nato dall’operazione della squadra mobile Atropos che riguardava anche l’estorsione alla casa cinematografica Magnolia production.
Il presunto reggente del mandamento, Fabio Chiovaro, dovrà scontare 14 anni e mezzo (erano stati 16 e mezzo davanti al Gup), il suo successore, Renzo Lo Nigro, ha avuto 10 anni e mezzo: col meccanismo della continuazione che mette altre due precedenti condanne assieme a quella inflitta dalla Cassazione, Francesco Picone, condannato a 21 anni e 8 mesi complessivi, ha avuto la pena più alta.
Carlo Castagna, che in appello aveva avuto 12 anni e 8 mesi, scende adesso a 12 e 2 mesi. Vincenzo Tumminia dovrà invece scontare 11 anni, Fabiano Tognetti 10, Tommaso Tognetti 11 e 6 mesi. Otto anni e 10 mesi sono stati inflitti a Giuseppe Sammaritano, 8 e 4 mesi a Santino Chiovaro, Gaspare Bonura 9 e 2 mesi, 8 e 8 mesi a Gaetano e Tommaso Castagna, 9 anni a Marcello Argento. Mentre Saverio D’Amico ha avuto 6 anni e 6 mesi, Giuseppe Di Benedetto 5, Girolamo Altano Maranzano e Salvatore Seidita, che hanno avuto 12 anni ciascuno; Giovanni Matina, 10 anni; Domenico Umberto Maltese, Giovanni Guddo e Giacomo Nicolò Sciarratta 8 anni e 6 mesi ciascuno; Cosimo Michele Sciarabba, Antonino Bonura e Giuseppe Antonio Enea 8 anni a testa. Otto imputati, hanno avuto pene entro i due anni: Vincenzo Acone, Giuseppa Mirabella e Vincenzo Landolina, mentre Umberto Sammaritano, Vincenzo Toscano, Alessandro Guddo, Giacomo Abbate e Salvatore D’Amico hanno avuto un anno e 8 mesi ciascuno.
Erano stati assolti in appello – e dunque non erano nel giudizio celebrato in Cassazione – Giovanni Seidita e Dario Giunta.