Continua ad espandersi l’inchiesta antimafia “Halycon”, che lo scorso 31 luglio ha fatto scattare, ad opera del Ros, il fermo di 7 persone.
I carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di Antonino Cusumano, residente a Licata (Ag), ritenuto responsabile di favoreggiamento aggravato dall’avere agevolato l’associazione mafiosa.
Per la stessa ipotesi di reato, invece è stata disposta la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per un secondo indagato, di cui non sono ancora note le generalità. I due, assieme ad un terzo soggetto, sono stati sottoposti a perquisizione domiciliare.
E proprio a loro, nelle ultime ore, i carabinieri hanno notificato le ordinanze di custodia cautelare, firmate dal gip del tribunale di Palermo.
Le sette persone che vennero fermate lo scorso 31 luglio erano indagate, a vario titolo, per associazione mafiosa e concorso esterno in associazione mafiosa. Al centro delle indagini dei carabinieri – coordinate dal procuratore della Dda Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Paolo Guido e dai sostituti Claudio Camilleri, Calogero Ferrara e Alessia Sinatra – la famiglia mafiosa di Licata, autorevole punto di riferimento sul territorio di Cosa Nostra, e Giovanni Lauria ritenuto “promotore e organizzatore”.
I carabinieri del Ros e quelli del comando provinciale di Agrigento, lo scorso 31 luglio, hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto Giovanni Lauria, 79 anni, inteso “il professore”; il figlio Vito di 49 anni; Angelo Lauria di 45 anni, Giacomo Casa di 63 anni; Giovanni Mugnos di 53 anni, Raimondo Semprevivo di 47 anni e Lucio Lustri di 60 anni.