“Siamo qui per spiegare cosa è la mafia oggi, come si presenta e con quali caratteristiche. Questo perché dobbiamo evitare l’errore di parlare della mafia al passato, come se fosse un fenomeno della storia e non della cronaca. Credo che sia utile per i ragazzi comprendere come si manifesta oggi l’organizzazione criminale nei nostri quartieri, nella nostra città, in Sicilia. Quindi ritengo questo un passaggio importante per fare un salto di qualità nell’attività educativa e non solo nell’attività storico culturale”. Così il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, parlando nel corso della 19esima edizione del progetto educativo antimafia, promosso dal centro studi Pio La Torre dal titolo “Lo Stato può battere la mafia”.
“E’ importante – prosegue – che la nostra generazione non vive quest’epoca come un qualcosa di indifferenza, perché la cronaca ci insegna che, se vive l’indifferenza i mafiosi si riproducono. Pensiamo alla filiera che gestisce il traffico di droga, che è fatta da cosa nostra. Se torna l’idea che è impossibile contrastare questi fenomeni, se con creiamo quelle condizioni di comprensioni sociale, guardate che, prima o poi, quelle organizzazioni tornano”.
“Molti pseudo politici non sono condizionati dalla mafia ma cercano i mafiosi per avere il loro consenso. Questo è un dato che deriva dall’aumento del clima di indifferenza e questo può anche far pensare. Qualcuno – prosegue – chiede il consenso ai mafiosi delle loro borgate pensando non c’è nulla di male. I mafiosi li conosciamo tutti, guai pensare che la mafia è una cosa misteriosa. I mafiosi sono in mezzo a noi: vivono nei nostri condomini, frequentano i nostri bar, utilizzano le nostre palestre, vanno dagli stessi banchieri che molti di noi frequentiamo”.