La commissione Antimafia della Regione Siciliana, mette a segno un’altra relazione. Questa volta lo scenario riguarda Vittoria e il suo enorme mercato ortofrutticolo. Il secondo mercato agricolo italiano per estensione (246.000 mq e 74 box operativi) e per volume di compravendite.
“Una realtà economica di primissimo piano che da sempre ha attirato gli interessi della malavita organizzata, e non solo di quella locale, così come rilevato dalle risultanze di numerose indagini”. Stidda, Cosa nostra, ‘Ndrangheta, Camorra, sono loro a varcare i cancelli del mercato imponendo il loro potere.
L’indagine sul mercato ortofrutticolo di Vittoria prende spunto dal provvedimento di scioglimento del comune di Vittoria del 2 agosto 2018 nel quale vengono “accertate gravissime inefficienze e criticità” da parte dell’Amministrazione, nella gestione del mercato che rappresenta “un vero e proprio polo di attrazione per gli interessi delle associazioni di tipo mafioso non solo locali”.
Numerose sono le criticità evidenziate dalla relazione. Quella che salta agli occhi più di tutti è quella riferita appunto alle inefficienze dell’ente comunale, da cui dipende il mercato che, nel corso degli anni, “hanno contribuito alla genesi di un contesto criminogeno”.
Si legge nelle pagine della relazione: “l’interesse del clan Dominante-Carbonaro è nei fatti acclarato. Eppure all’epoca non fu percepito dal dirigente del Settore sviluppo economico del Comune di Vittoria, il dottor Basile; il quale, però, nel corso della sua audizione non ha potuto fare a meno di rappresentare alla Commissione quale fosse il suo stato d’animo all’atto della sua nomina: paura”.
A condire lo scenario “criminoso” si aggiunge anche un protocollo di legalità che fa acqua da tutte le parti, l’assenza di un direttore del mercato ed una “commissione mercato” formato dal sindaco, dai sindacati come Coldiretti e Lega Coop, dalla camera di commercio ed altre rappresentanze tra produttori e istituzioni che ha svolto un ruolo del tutto “marginale”.
Afferma l’ex Questore di Ragusa, Salvatore La Rosa, che proprio in questi giorni si è insediato a Trapani, ascoltato dalla commissione Antimafia all’Ars presieduta da Claudio Fava: “La cosa che è emersa immediatamente e che era già emersa, ma che è emersa ancora più in maniera virulenta negli ultimi mesi dell’anno passato è stata la totale assenza di controlli all’interno del mercato. Ci sono stati e ci sono dei soggetti che hanno una capacità di intimidazione già di per sé di un certo spessore, e in alcuni casi la cui sola presenza può condizionare prezzi, può condizionare concessionari, può condizionare coloro che conferiscono e quindi che chiaramente insomma questa situazione doveva essere monitorata… Purtroppo, tutti coloro i quali nel tempo si sono avvicendati aventi delle responsabilità nell’ambito del mercato, si sono sottratti a questa responsabilità perché sicuramente andavano a toccare interessi che non erano conducenti a fini politico-amministrativi, per dirlo in chiarezza”.