“Era in Calabria ed è tornato”. Matteo Messina Denaro avrebbe trascorso un periodo della latitanza in Calabria. Lo rivela, non sapendo di essere intercettato, uno degli arrestati nel blitz disposto dalla Dda di Palermo che ha fermato 22 tra boss e fiancheggiatori del capomafia ricercato. Chi parla aggiunge che il padrino di Castelvetrano avrebbe incontrato “cristiani” (persone ndr).
Durante la conversazione i due commentano il contenuto di un pizzino in cui ci sarebbero state scritte le decisioni del latitante su alcuni temi.
Il biglietto non è stato trovato dagli inquirenti che intercettavano il dialogo: Messina Denaro ha ordinato ai suoi di distruggere sempre i pizzini. Dall’inchiesta emerge che il boss continua a comunicare così con i suoi, ma nessun messaggio è stato recuperato. “Nel bigliettino è scritto lo vedi? Questo scrive cosa ha deciso quello ha detto”.
Dalla conversazione viene fuori che la madre di Messina Denaro si lamenta dell’assenza del figlio. “La madre di Matteo … che lui non scrive si lamenta, lui deve scrivere .. vorrei vedere a te. Non gli interessa niente di nessuno”.