La Guardia di finanza di Messina ha sequestrato beni per oltre un milione di euro, riconducibili a un noto esponente del “clan dei barcellonesi”, diretta propaggine di “Cosa nostra” siciliana.
L’indagato, ex appartenente alla polizia penitenziaria ed ex gestore di note discoteche situate nel territorio di Milazzo, nel luglio scorso, nell’ambito dell’operazione “Dinastia”, è stato riconosciuto responsabile dei reati di associazione di stampo mafioso e di associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico, ed è stato condannato con il rito abbreviato a 20 anni di carcere.
L’operazione “Dinastia” rappresenta uno sviluppo della incessante manovra di contrasto coordinata dalla Procura Distrettuale di Messina nei confronti della famiglia mafiosa barcellonese, la cui esistenza e operatività è stata negli anni accertata con varie sentenze all’esito di numerosi procedimenti penali (Mare Nostrum, Icaro, Eris, Vivaio, Pozzo, Gotha) che l’hanno decimata con l’arresto e la condanna di capi storici e gregari.
In particolare, le indagini hanno dimostrato che i più autorevoli rappresentanti della consorteria ancora in libertà decisero di mettere le mani sul controllo del traffico delle sostanze stupefacenti, allo scopo di integrare gli introiti dell’attività estorsiva, che in quel periodo si era rivelata particolarmente rischiosa e poco remunerativa.
Il provvedimento di sequestro ha riguardato due compendi aziendali, comprensivi dei relativi beni patrimoniali, attivi nel settore del “noleggio autoveicoli ed attrezzature per lavori edili“, che sono stati affidati ad un amministratore giudiziario, nonché 3 immobili, nel Comune di Milazzo, 14 autoveicoli e 4 rapporti finanziari, per un valore complessivo pari a oltre un milione di euro.