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Mafia, sequestrato resort di lusso nel Trapanese

giovedì 2 Agosto 2018
kempisky resort

La guardia di finanza di Palermo e i carabinieri del Ros hanno sequestrato beni immobili e disponibilità finanziarie per oltre 60 milioni di euro a Giovanni Savalle, esperto fiscale-tributario e imprenditore del settore alberghiero ed immobiliare ritenuto vicino al boss latitante Matteo Messina Denaro.

L’inchiesta che ha portato al maxi sequestro è stata coordinata dalla Dda di Palermo. Il provvedimento è stato disposto dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Trapani.

Tra i beni sequestrati a Giovanni Savalle c’è anche la struttura dell’ex hotel Kempisky, resort di lusso di Mazara del Vallo. L’immobile e tutta l’area con terreno e piscina finiti sotto sequestro erano di Savalle. L’attività, gestita da una società totalmente estranea all’indagine, resta però in funzione. La società subentrata a Savalle ha in affitto la struttura dall’amministratore giudiziario a cui paga il canone.

Finora per gli inquirenti era stato una sorta di signor nessuno, qualche precedente per reati economici e fallimentari, nessun coinvolgimento in inchieste su Cosa Nostra. Per la guardia di finanza invece Giovanni Savalle, ragioniere iscritto all’albo dei commercialisti e imprenditore alberghiero sarebbe uno dei “tesorieri” del superlatitante Matteo Messina Denaro.

L’indagine patrimoniale che ha portato al provvedimento è stata coordinata dal pm della Dda di Palermo Piero Padova. A parlare dei rapporti di Savalle col capomafia di Castelvetrano è il medico affiliato alla ‘ndrangheta Marcello Fondacaro che ha reso dichiarazioni anche su un altro imprenditore del settore finito sotto inchiesta, l’ex patron del Valtur Carmelo Patti, poi deceduto.

Fondacaro racconta che Savalle aveva rapporti col latitante di Castelvetrano attraverso il fratello della donna con cui Messina Denaro ha avuto una figlia. L’ex cognato del boss e l’imprenditore dovevano partecipare alla realizzazione di un villaggio a Isola Capo Rizzuto che prevedeva la partecipazione al 33% di Cosa Nostra e ‘ndrangheta.

Madre, padre e fratello di Savalle inoltre erano soci della Atlas Cementi dei mafiosi agrigentini Cascio. Recentemente Savalle è stato rinviato a giudizio per falso in bilancio in concorso con il titolare di un grosso laboratorio di analisi e ambulatorio palermitano: Locorotondo.
Gli inquirenti hanno trovato Savalle di ritorno dalla Svizzera con documenti che fanno pensare all’apertura di una serie di conti esteri.

Per il buon successo dell’operazione arriva il plauso del ministro degli Interni, Matteo Salvini, affidato ad un post su Twitter: “60 milioni sequestrati alla mafia, 45 arresti di ‘ndranghetisti. La giornata comincia bene #lamafiamifaschifo“.

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