All’Assemblea Regionale Siciliana, nella Sala “Piersanti Mattarella” si è svolta la presentazione del libro di Totò Burrafato “Tutta un’altra Storia”. Pagine che descrivono la figura del padre Antonino, il vice brigadiere della Polizia Penitenziaria ucciso dalla mafia.
L’iniziativa è promossa dal Parlamento della Legalità Internazionale e coglie l’occasione per celebrare anche il trentesimo Anniversario del giorno in cui Giovanni Paolo II nella Valle dei Templi ad Agrigento lanciò l’anatema contro la mafia.
Totò Burrafato racconta alle giovani generazioni la storia del padre che è stato ucciso per aver fatto il proprio lavoro.
“Avevo un sogno nel cassetto, provare a promuovere il libro con i giovani e per i giovani. Grazie al parlamento della legalità e a Nicolò Mannino oggi abbiamo questa opportunità a Palazzo dei Normanni. E’ la storia di mio padre, un uomo, un servitore dello stato ucciso dalla mafia 41 anni fa e oggi, tramite questo romanzo onirico che passa tra la realtà e il sogno, vorrei riconsegnare ai giovani la figura di mio padre. Un’agente di custodia, un uomo della Polizia Penitenziaria che è morto per aver fatto il loro dovere“, ha affermato Totò Burrafato, presidente della Gesap.
“Il 29 giugno è il giorno in cui cade la commemorazione della scomparsa di mio padre e le scuole sono chiuse, grazie al Parlamento della Legalità abbiamo pensato di anticipare l’anniversario, presentando il libro in questa cornice stupenda insieme ai ragazzi che sono arrivati da tutte le scuole di Palermo e provincia. L’idea è quella di seminare il culto della legalità partendo non dalle storie che tutti noi conosciamo e che apprezziamo per il loro valore, e fin troppo facile commemorare Falcone e Borsellino, è molto più difficile farlo per un servitore dello stato come Antonino Burrafato, è possibile farlo soltanto per il grande amore che mi lega a mio padre. E’ il dono di un figlio ad un padre di cui sente l’assenza ormai da 41 anni”, ha continuato.
“Il libro è stato pensato, scritto e voluto durante la pandemia. Questo avvenimento ci ha portati ad uscire fuori dagli schemi, a trovare noi stessi. Con la scusa della quarantena e la voglia di tutelarsi per evitare i rischi pandemici ci siamo ritrovati un po’ più soli. Ed è proprio in quella solitudine che ho provato a rimettere insieme i ricordi e i sogni. Ho provato a farlo non in maniera scontata ma mescolando sogni e ricordi. Uno scritto che spero sia leggibile e che possa contribuire a fare memoria sia della storia personale di mio padre sia di tutti quelli che sono morti in nome della legalità“, ha concluso Totò Burrafato.