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La polemica

Manovra, dopo le tensioni all’Ars Schifani incontra i capigruppo di maggioranza

lunedì 4 Dicembre 2023
Renato Schifani

Il presidente della Regione, Renato Schifani, ha incontrato all’Ars i capigruppo della maggioranza per fare un punto sulla Finanziaria, da stamattina al vaglio delle commissioni di merito.

Al vertice con Schifani, oltre ai capigruppo di maggioranza, hanno partecipato anche i presidenti delle commissioni parlamentari.

La riunione d’urgenza tra i capigruppo e i presidenti di commissione dell’Ars alla presenza del governatore Schifani giunto a Palazzo dei Normanni, è stata convocata, secondo quanto si apprende, per via delle tensioni esplose in commissione Affari istituzionali dove FdI avrebbe contestato l’art.5 che prevede contributi – gestiti dall’assessorato alle Autonomie locali, guidato da Andrea Messina (Dc)-  da destinare al finanziamento di manifestazioni e iniziative di alcuni Comuni. Contro la norma si è schierata compatta anche la minoranza (Pd, M5s, ScN e Miccichè del Misto), che ha presentato un emendamento di modifica, estendendo i benefici a tutti i Comuni e incrementando la spesa da 1,5 a 6 milioni di euro.

In commissione è scoppiata la bagarre, il presidente Ignazio Abbate ha sospeso i lavori. “Stanno cercando di fare la stessa operazione fatta nella manovra correttiva, dando contributi a sportelli solo ai Comuni che scelgono loro”, ha detto il capogruppo del Pd Michele Catanzaro. 

In mattinata sembrava tutto filare per il verso giusto, con la maggioranza che aveva serrato le fila e gli assessori del governo Schifani a presidio delle tre commissioni di merito (Affari istituzionali, Ambiente e Attività produttive) all’Ars convocate per completare l’esame della manovra finanziaria e degli emendamenti per poi passare la palla alla commissione Bilancio che, in base al calendario, si dovrebbe riunire a partire da domani. Ma col passare delle ore, la tensione è salita alle stelle.

La strategia delle opposizioni, che hanno scaricato una valanga di emendamenti nelle commissioni, ha rallentato i lavori, proprio mentre l’assessore all’Economia Marco Falcone stava conducendo nelle stanze attigue del Palazzo la sua moral suasion nei confronti di alcuni deputati della minoranza spiegando, numeri alla mano, la manovra. I nervi sono saltati soprattutto in commissione Affari istituzionali quando FdI ha contestato l’art.5 che prevede contributi per un milione e mezzo di euro per manifestazioni e iniziative dei Comuni, la cui gestione sarà in capo all’assessore alle Autonomie locali, il democristiano Andrea Messina.

Per la prima volta dopo tanti anni, per questa manovra, che vale circa 1 miliardo di euro, il governo ha previsto la copertura finanziaria delle norme soltanto attraverso fondi regionali, senza fare ricorso a risorse extra-regionali come si è fatto nel passato per gli atavici problemi di bilancio. Per coprire l’intera spesa, considerando anche alcune delle proposte ritenute apprezzabili e avanzate dalle opposizioni durante i lavori delle commissioni, Falcone spiega che mancano circa 270 milioni di euro: fondi che l’assessore, supportato dalla Ragioneria generale e dai suoi uffici, sta cercando tra le pieghe del bilancio, e stamani, conversando con alcuni cronisti, ha fatto trasparire un certo ottimismo nel potere raggiungere l’obiettivo.

Maggioranza e opposizioni però continuano a mantenere le proprie posizioni, anche se si susseguono i colloqui informali tra le parti per arrivare a una intesa ed evitare il braccio di ferro. Il governo punta a incassare l’ok dell’Ars alla manovra entro il 31 dicembre (il tentativo è chiudere la partita addirittura prima di Natale), rispettando così i termini di legge. Fu più di vent’anni fa, col primo governo Cuffaro, l’ultima volta che la finanziaria è stata approvata entro l’anno solare: da allora in poi ogni governo ha fatto ricorso all’esercizio provvisorio, chi per un mese e chi per quattro mesi, col risultato che in realtà, considerando poi i tempi di pubblicazione della legge nella gazzetta ufficiale e la chiusura della cassa, il bilancio della Regione, di fatto, non è mai stato di dodici mesi, in alcuni casi anche di sei mesi.

Dal canto loro le opposizioni contestano al governo di avere voluto accelerare a tutti i costi l’iter della manovra per sbandierare l’eventuale risultato raggiunto nella campagna elettorale per le europee, senza avere dato alle commissioni di merito la possibilità di ascoltare in audizione parti sciali, associazioni, enti locali ed elaborare un testo di ampio respiro. Ecco perché Pd, M5s e ScN hanno preparato quasi 4 mila emendamenti, pronti a essere riversati sul tavolo della commissione Bilancio e poi in aula. L’idea di fare ostruzionismo, regolamento parlamentare alla mano, rimane ferma. Così come è altrettanto ferma la convinzione dell’ala più intransigente della maggioranza, capitanata da Forza Italia, che forte dei numeri a sala d’Ercole, è pronta a misurarsi in aula e a sfidare l’ostruzionismo delle opposizioni. E per raggiungere il traguardo si guarda verso la Torre Pisana, vale a dire nelle decisioni che potrebbe assumere il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, magari stralciando parte della manovra.

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