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La seduta

Manovra quater a pezzi, maggioranza contro Schifani: si apre la crisi di governo?

giovedì 9 Ottobre 2025

E’ stata approvata la manovra quater. Smembrata, asciutta e ridotta al minimo, la variazione di bilancio ha impegnato per tutto il pomeriggio Sala d’Ercole. L’aula si è trasformata in una vera e propria polveriera. Per buona parte della seduta è andata in scena una maggioranza inedita, composta da Fratelli d’Italia, Mpa, Movimento 5 Stelle e Partito Democratico. A circa metà seduta i deputati di Forza Italia, Democrazia Cristiana e Lega, infatti, su indirizzo del presidente della Regione Renato Schifani, hanno abbandonato l’aula. Avvenimento che sancisce così la spaccatura della coalizione di centrodestra che adesso dovrà sciogliere le riserve e comprendere come proseguire nel futuro.

Al termine le opposizioni hanno chiesto al governatore di presentarsi in aula per riferire e valutare anche le dimissioni. Si è aperta ufficialmente la crisi di governo?  

Disco verde anche per l’abbattimento dei canoni irrigui e per i disabili

Sospensione lampo. La seduta è ripartita dagli articoli accantonati. 

Primo articolo esaminato e bocciato il 12, relativo alle iniziative turistico-promozionali di rilevanza regionale.

Approvato l’abbattimento dei canoni irrigui, previsto dall’articolo 23. Il fondo è stato aumento di 5 milioni di euro, arrivando così a 10 milioni di euro. Approvato, in tal senso, anche l’emendamento tecnico della Commissione.

Intanto, vista delle ultime votazioni, alcuni dei deputati, tra cui quelli della DC, usciti da Sala d’Ercole sono rientrati. 

Approvati: l’articolo 25, in materia di albergo diffuso; l’articolo 34 sulla continuità territoriale per l’aeroporto di Comiso; l’articolo 45 sui contributi a favore degli atleti con disabilità; l’articolo 46 sul fondo regionale per l’acquisto di protesi destinate all’attività sportiva e ricreativa delle persone con disabilità; l’articolo 51 sui contributi per acquisto di scuolabus e ambulanze.

Bocciato, dopo un lungo dibattito con l’assessore all’Economia Alessandro Dagnino, l’articolo 3, riguardante l’autorizzazione alla stipula di accordo transattivo.

Ultima, ma non per importanza, la tabella contenete il rifinanziamento di leggi di spesa. L’articolo 13, all’interno del quale sono previsti anche i servizi di assistenza all’autonomia e alla comunicazione (Asacom) e di assistenza igienico-personale per gli studenti con disabilità, è stato così approvato.

Manovra quater alle ultime battute

La manovra quater (o quello che ne resta) è pronta alle battute finali. Al momento la seduta è sospesa per la riunione con i capigruppo rimasti per comprendere come proseguire e in particolar modo sugli articoli accantonati. Hanno abbandonato l’aula, sotto l’indirizzo del presidente della Regione Renato Schifani, Forza Italia, Democrazia Cristiana e Lega.

Bocciati gli interventi territoriali: è caos a Sala d’Ercole

Dopo oltre un’ora sono ripresi i lavori a Sala d’Ercole.

Dopo aver approvato l’emendamento tecnico del governo per coprire lo squilibrio di 29 milioni, l’aula ha tagliato fuori dalla manovra quater i due articoli relativi agli interventi territoriali: abrogato l’articolo 49 e soppresso l’articolo 50, entrambi con voto palese. 

Trafila di articoli bocciati, dal 30 al 33: gli interventi di pulizia degli svincoli autostradali, i conservatori di musica di Stato di prima e seconda categoria, i contributi per la Targa Florio e per le manifestazioni rallistiche e il contributo straordinario per gli interventi infrastrutturali presso l’aeroporto “Vincenzo Florio di Trapani-Birgi”. 

Scoppia intanto anche una nuova polemica, sollevata dal forzista Marco Intravaia: i tesserini inseriti nelle sedute dei deputati che hanno abbandonato l’aula. Il presidente Galvagno ha chiesto una verifica, ma in realtà i tesserini sarebbero stati lasciati lì dai deputati uscenti. Il deputato del Pd, Cracolici, ha sottolineato che “nella passata legislatura l’ex presidente dell’Ars ha dato una precisa interpretazione: il numero legale dipendete dal numero dei tesserini inseriti e non dal numero dei votanti“.

Lo stesso Intravaia ha poi sottolineato: “Forza Italia ha preso atto di un problema politico, perché il testo del governo ne stava uscendo massacrato“. 

La maggioranza oggi non c’è più“. E’ intervenuto Ismaele La Vardera che ha sottolineato come “è evidente che c’è un problema serio. Voglio ringraziare i colleghi dell’opposizione, siamo rimasti compatti e abbiamo bocciato gli articoli 49 e 50, dimostrando che c’è un’alternativa valida al governo Schifani“.

Approvati poi gli articoli 35, 36, 37 e 38: il contributo straordinario al Consorzio di Bonifica di Gela, finanziamento comunità alloggio disabili psichici (a cui sono stati destinati 3,5 milioni di euro), le misure sulla zootecnia e il contrasto alla brucellosi e ripopolamento degli allevamenti.

Bocciato il finanziamento per la Coppa degli Assi 2025 e per l’articolo l’ottimizzazione dei sistemi di controllo e di vigilanza in materia di cooperative.

Approvati nel rush finale gli articoli dal 41 al 48 (esclusi gli articoli 45 e 46 al momento accantonati). Si tratta dunque di: misure di sostegno in favore dei fruitori dei cantieri di servizio, un contributo per l’Ipab di Paternò, i commissari ambiti territoriali ottimali, l’adesione all’associazione Avviso pubblico – Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie approvato, contributi per il depuratore di Ramacca e, infine, per la fornitura gratuita e semi gratuita di libri di testo.

Forza Italia e gli alleati abbandonano Sala d’Ercole

I parlamentari di Forza Italia hanno già consegnato i propri tesserini per cui non rientreranno in aula alla ripresa dei lavori parlamentari al momento sospesi all’Ars. Anche gli alleati della Lega e DC hanno abbandonato la seduta allineandosi, alcuni a malincuore, alla strategia definita per interrompere il “Vietnam” parlamentare in cui è precipitato il governo Schifani.

Il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, dunque, dovrebbe annunciare alla ripresa la mancanza del numero legale e rinviare la manovra quater, azzoppata dai franchi tiratori, i cui voti segreti o a sostegno di emendamenti soppressivi di PD e M5S hanno affossato nove articoli della norme del governo. Una mossa quella di abbandonare i lavori che segnerebbe ulteriormente le distanze tra i fedelissimi al governo Schifani e Fratelli d’Italia.

Seduta sospesa: si ricalcola la copertura della manovra

La votazione della manovra quater si ferma all’articolo 29, che ha visto l’approvazione delle misure relative alla tassa automobilistica. A chiedere la sospensione della seduta l’assessore all’Economia Alessandro Dagnino a causa della bocciatura delle norme relative al lavoro, dal valore di 50 milioni di euro. Si torna così dietro le quinte per ricalcolare la copertura della variazione di bilancio.  

Dall’editoria al south working: i grandi bocciati. Galvagno: “Un massacro”

La seduta è ripartita intorno alle ore 17:15. Nessun accordo, alla fine è stato trovato tra il governo e le opposizioni. 

A raccontare i retroscena, così come anticipato ilSicilia.it, l’assessore all’Economia Alessandro Dagnino, che ha ribadito la disponibilità del governo a trattare, invitando le opposizioni ad una riflessione. Tra le “concessioni” del governo anche lo stralcio degli articoli relativi agli interventi territoriali.

Si riparte dell’approvazione dell’articolo 1, sui beni e sui parchi archeologici, accantonato questa mattina per una riscrittura. Anche questo sarebbe rientrato tra gli articoli stralciati.

Approvato l’emendamento abrogativo dell’articolo 14 relativo alle misure per la mitigazione degli effetti della siccità in agricoltura, che dunque salta dal testo. Stessa sorte per: l’articolo 15 sulle misure di sostegno per l’occupazione, che sarebbero rientrate tra gli articoli stralciati; l’articolo 16 sui fondi per l’editoria.

Massacro senza motivo, bastava ritirare la manovra: queste sono le parole pronunciate dal presidente dell’Ars Gaetano Galvagno poco prima di spegnere il microfono.

Salvato l’articolo 17 sulla stabilizzazione dei lavoratori dei Consorzi di Bonifica.

Bagarre, invece, sulla norma relativa al south working tra l’assessore Dagnino, che ha richiamato le opposizioni alla riflessione, e il deputato dem Cracolici che si è rifiutato di ritirare la richiesta di voto segreto. L’articolo 18, alla fine, è stato soppresso.

Approvati: la valorizzazione la riqualificazione di aree e spazi del Comune di Gibellina Capitale italiana dell’arte contemporanea 2026; la rete impiantistica dei rifiuti nel Messinese; il contributo di solidarietà (all’unanimità); l’armonizzazione del trattamento economico accessorio del personale non dirigenziale dell’Amministrazione regionale.

Soppresso con voto segreto l’articolo relativo al centro per la formazione permanente e l’aggiornamento del personale del Servizio sanitario (Cefpas).

Approvati i contributi straordinari rispettivamente al Maas Mercati Agro Alimentari Sicilia e all’Ast.

Bocciato l’articolo 28 sulla riduzione dell’autorizzazioni di spesa.

Approvato l’articolo 29 sulla tassa automobilistica, votato all’unanimità. 

Gruppi riuniti, ma manca ancora l’accordo

Poche notizie filtrano tra le mura dell’Ars. La seduta, che sarebbe dovuta ripartire alle ore 15, resta ancora sospesa.

Ma cosa è successo nelle ultime ore?

Dopo un’interlocuzione all’interno della maggioranza, il governo sarebbe giunto ad una conclusione: ridimensionare il testo della manovra quater e stralciare circa 15 articoli. 

La situazione resta, però, in stallo. Mancherebbe, infatti, ancora l’accordo con le opposizioni, che non in linea con le proposte del governo spingerebbe per votare il testo della manovra quater per intero e proseguire dunque il lavoro così come svolto nel corso della mattinata.

Novità emergono anche sul famigerato tema dei franchi tiratori. Il gruppo della Democrazia Cristiana si è tirata fuori dalle polemiche: gli esponenti della DC restano fedeli al governo Schifani e puntano a portare a compimento la variazione di bilancio così come uscita dalla II Commissione Bilancio. Dunque, all’interno del misterioso gruppo dei 17 non ci sarebbero esponenti democristiani. Restano sul banco degli imputati gli altri partiti che compongono la coalizione di centrodestra.

La Regione corre ai ripari

A seguito della bocciatura col voto segreto di tre articoli sui primi nove votati in Assemblea regionale, sotto i colpi di 17 franchi tiratori del centrodestra, che hanno votato con Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, il governo starebbe pensando ad una soluzione per trovare un punto di incontro e portare a termine la votazione della variazione di bilancio. 

In un primo momento si sarebbe valutata l’idea di ritirare la manovra. Dopo lunghe ore di pausa e di riflessione potrebbe però giungere un altro compromesso. Secondo indiscrezioni raccolte tra i corridoi di Palazzo dei Normanni, infatti, sarebbe stata comunicata ai capigruppo la volontà di stralciare una parte degli articoli contenuti all’interno del testo. 

Caos a Sala d’Ercole: franchi tiratori tra FI e FdI

La seduta è stata sospesa, su richiesta del vicepresidente Luca Sammartino, dopo appena mezz’ora circa.

Tre gli articoli bocciati: gli adempimenti fiscali relativi al nuovo sistema contabile basato sul principio Accrual, l’implementazione e l’adeguamento piattaforme digitali Drt e il sostegno alle produzioni cinematografiche in Sicilia.

Decisivo il voto segreto. Si ripete dunque lo scenario dei franchi tiratori, già visto in occasione del ddl sul riordino dei Consorzi di Bonifica e della manovra ter. Ancora una volta, secondo indiscrezioni, decisivi sarebbero stati i voti contrari di alcuni deputati di Forza Italia e Fratelli d’Italia, che si sarebbero accodati alle opposizioni. In totale sarebbero 17. Agli azzurri e ai meloniani si sarebbe così aggregato un altro partito (o almeno una parte) tra quelli che compongono la coalizione di centrodestra.

Via alla votazione

La seduta di Sala d’Ercole, presieduta dal presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, si è aperta tra le polemiche, con gli interventi dei capigruppo del PD e del M5S, Michele Catanzaro e Antonio De Luca, che si sono scagliati contro le parole, nella serata di ieri, dell’assessore all’Economia Alessandro Dagnino e hanno invocato così un dialogo e un confronto più aperto.

Accantonato temporaneamente l’articolo 1, sui beni e sui parchi archeologici, la votazione è partita dalla bocciatura, con voto segreto, dell’articolo 2, gli adempimenti fiscali relativi al nuovo sistema contabile basato sul principio Accrual.

Approvati: gli interventi indifferibili derivanti da ordinanze di protezione civile relative al settore depurativo-fognario; le misure di protezione sociale in contesti di criminalità; gli oneri di servizio pubblico relativi ai servizi aerei di linea; la continuità assistenziale dei comuni ricadenti nelle Isole minori; gli interventi in materia di rigenerazione urbana; le disposizioni per il settore della forestazione.

Bocciati, sempre con voto segreto, l’articolo 7 sull’implementazione e l’adeguamento delle piattaforme digitali Drt e l’articolo 11 sul sostegno alle produzioni cinematografiche in Sicilia.

Le opposizioni incontrano Galvagno

I lavori sono ripartiti a Sala d’Ercole questa mattina, dopo la discussione generale svolta ieri in aula. Un dibattito di oltre cinque ore, dove non sono mancate polemiche e scontri accessi. Grandi protagonisti gli interventi territoriali, proposte avanzate dai singoli deputati a sostegno dei Comuni. Le opposizioni (Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Ismaele La Vardera, leader di Controcorrente) sono insorte accusando la coalizione di centrodestra di aver incluso “mancette” all’interno della norma. 

Clima infuocato, un valore totale di 240 milioni di euro e un complessivo di 54 articoli. Insomma, più che una variazione di bilancio il testo appare più vicino ad una vera e propria Finanziaria. Tra le righe, un assaggio di ciò che andrà in scena a fine dicembre.  

Si preannuncia così un confronto serrato. Già alla vigilia la minoranza si era dichiarata pronta a fare battaglia in aula e anche ieri non è mancata l’occasione per ribadire la ferma e decisa presa di posizione. Il dem Antonello Cracolici, presidente della Commissione regionale Antimafia, nel corso del suo intervento, ha così sfidato la maggioranza sui numeri, annunciando che richiederà il voto segreto su tutta la manovra, anche a discapito di alcune norme di buon senso, come sugli Asacom o sui disabili.

La mattinata, infatti, è iniziata con l’incontro tra le forze di opposizione e il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, mediatore nel tentativo di calmare le acqua e permettere alla manovra quater di avere un percorso più “semplice” a Sala d’Ercole. L’obiettivo dell’esponente di Fratelli d’Italia è quello di chiudere l’intera partita nella giornata di oggi. 

Voci di corridoio parlano di un colloquio tranquillo e di un confronto pacato. La minoranza ha confermato al presidente dell’Assemblea la propria posizione. Tra le proposte avanzate quella di ritirare alcuni articoli da posticipare in Finanziaria, primi fra tutti quelli relativi agli interventi territoriali, e di ridistribuire le risorse in misure di carattere emergenziale, come quelle sui disabili, sulla zootecnia, sulla siccità o sul diritto allo studio.

I malumori di FdI

Le criticità per portare a termine la variazione di bilancio non sarebbero riconducibili solo all’opposizione. I fari sono puntati sul gruppo di Fratelli d’Italia. Non sembrano essersi dunque placati i malumori registrati alla vigilia.

Indiscrezioni raccolte tra le stanze di Palazzo dei Normanni evidenziano dei mal di pancia tra le fila dei meloniani. Dopo la riconferma di Salvatore Iacolino al vertice del Dipartimento alla Pianificazione Strategica dell’assessorato regionale alla Salute (CLICCA QUI), non sarebbe stata vista di buon occhio anche la nomina di Gianfranco Di Fede a direttore sanitario dell’Asp di Catania, che sarebbe frutto di un asse Mpa-Forza Italia.

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