All’alba di oggi un maxi blitz della polizia ha decapitato la Stidda, a Gela, ma arresti sono avvenuti anche in Lombardia. La cittadina del Nisseno è stata letteralmente posta sotto assedio. Alla fine vengono arrestati in 50, ma l’ordinanza colpisce in tutto 75 persone. Gli arresti eseguiti a Gela sono 35, mentre una quindicina sono i “picciotti” fermati nel Nord Italia.
Gli arresti hanno colpito al cuore l’organizzazione mafiosa che negli ultimi decenni ha controllato il territorio della cittadina del nisseno. In carcere capi, semplici soldati dell’organizzazione e anche favoreggiatori. Con l’accusa, fra l’altro, d’aver gestito il traffico di droga nella zona, d’aver reinvestito gli utili del traffico servendosi di imprese di comodo e prestanome e dedicandosi ad autentiche estorsioni, anche con l’imposizione di loro prodotti alle aziende del nisseno. I clan avrebbero utilizzato quale anello di congiunzione tra i mafiosi e gli imprenditori i colletti bianchi, i quali individuavano i loro clienti disseminati principalmente tra Piemonte, Lombardia, Toscana, ma anche nel Lazio, Calabria e in Sicilia.
Metodi violenti, quelli usati dal clan, a capo del quale ci sarebbe stata la potente famiglia dei Di Giacomo. Tante le spedizioni punitive degli stiddari: con l’uso delle armi, danneggiamenti e incendi contro chi tentava di opporsi allo strapotere criminale. Sarebbero cinquecento gli uomini armati, in grado di scatenare una nuova guerra di mafia.
Le indagini hanno consentito di fotografare l’ala violenta del clan e di ricostruire numerosi episodi criminali, incluse le estorsioni ai commercianti e agli imprenditori che hanno trovato il coraggio di denunciare. Importanti le loro dichiarazioni, pure se le indagini erano in corso da tempo e si sono avvalse di altre attività investigative.