Ennesimo maxi sbarco nel porto di Lampedusa (AG).
Un vecchio peschereccio, con circa 450 migranti a bordo, è attraccato sull’isola. Le operazioni di sbarco sono iniziate intorno all’una di notte.
L’imbarcazione era stata infatti intercettata a quattro miglia dalla costa da motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza.
PROTESTE AL PORTO
All’interno del porto non sono mancate le proteste. Una decina di abitanti di Lampedusa guidati dal presidente e commissario della Lega Salvini premier, l’ex senatrice Angela Maraventano, ha protestato mentre era in corso lo sbarco dei circa 450 migranti arrivati poco fa con un barcone, esponendo uno striscione con la scritta ‘Stop immigrati’.
“Siamo stanchi – ha detto la Maraventano -, vanno rimpatriati immediatamente. Impediremo con tutte le nostre forze di farli passare”. A monitorare l’ordine pubblico ci sono Polizia e Carabinieri”.
LE PAROLE DEL SINDACO
“Domattina convocherò i rappresentanti delle associazioni di categoria dell’isola, dichiariamo lo sciopero generale: abbassiamo le saracinesche, il governo nazionale continua ad mantenere un silenzio che fa paura. Qualcuno può ricordare a Conte che Lampedusa è italiana?“.
Lo dice Totò Martello, sindaco di Lampedusa e Linosa dopo il maxi sbarco di questa notte che ha visto arrivare sullisola circa 450 persone a bordo di un peschereccio.
“Posso capire che non si vedono arrivare i barchini – aggiunge – ma se un peschereccio di queste dimensioni con centinaia di persone arriva fin qui e nessuno se ne accorge, vuol dire che non c’è alcun controllo nel Mediterraneo. Ma che fanno le navi militari? Mica siamo in guerra, perché non le impiegano per interventi di sicurezza in mare, e per trasferire i migranti?”
“Il Centro di accoglienza è colmo oltre ogni limite di sopportazione umana, e l’Esercito che era stato inviato per evitare che qualcuno abbandonasse la struttura evidentemente non basta dal momento che c’è chi continua ad uscire dal Centro violando le disposizioni di sicurezza sanitaria Covid19“.
“Domani ci riuniamo con gli imprenditori locali – conclude Martello – dichiariamo lo sciopero sull’isola, questa situazione non ha precedenti. La gente in pericolo va aiutata, ma l’accoglienza umanitaria ha bisogno di regole perché qui adesso ad essere in pericolo siamo noi“.
MUSUMECI: “LA SICILIA NON CE LA FA PIÙ”
“Quasi in contemporanea (all’incendio di Altofonte n.d.r.), l’ennesimo sbarco di 450 uomini a Lampedusa, accompagnato dalla consueta indifferenza: nessuno al largo ha visto nulla!“.
“Avevamo chiesto a Roma di recuperare i mesi persi, senza nessuna programmazione. Avevamo chiesto un ponte aereo per dare un segnale forte, di presidiare il Canale di Silia per impedire a questi squallidi mercanti di morte di continuare indisturbati“.
“Mi rivolgo direttamente al presidente Conte. Lampedusa non ce la fa più. La Sicilia non può continuare a pagare l’indifferenza di Bruxelles e il silenzio di Roma. E ieri abbiamo anche sentito qualche irresponsabile pronunciare frasi incomprensibili come “non esiste l’emergenza””.
“C’è una emergenza umanitaria e sanitaria. Lo dicono i numeri. Lo dicono i fatti. E non basta impugnare una ordinanza per negare la realtà. È tempo di decisioni forti. Presidente Conte, convochi il Consiglio dei ministri per affrontare l’emergenza di questi mesi, divenuta insopportabile in queste ore“.
“Lo chiedo da presidente di una Regione che, come prevede lo Statuto, ha diritto di partecipare al Consiglio quando si affrontano decisioni che riguardano la mia Isola. Lo chiedo con rispetto, ma con fermezza. Non costringete i lampedusani a scioperi e serrate. È un luogo meraviglioso, quello: non merita questo trattamento!“.