Il Ministro della Salute Orazio Schillaci ha recentemente annunciato una nuova “fase di rivalutazione” del ruolo dei medici di medicina generale.
Per il ministro i medici di famiglia devono impegnarsi di più per migliorare il sistema sanitario nazionale e, in particolare la rete territoriale. In parallelo, Schillaci ha sottolineato che il percorso post-laurea regionale per i medici di medicina generale dovrebbe trasformarsi in una scuola di specializzazione, per equipararlo ai percorsi delle altre professioni mediche.
Tuttavia, il mondo della medicina generale, rappresentato dalla Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (Fimmg), ha risposto con una serie di obiezioni.
” Vi è una profonda insoddisfazione riguardo alla situazione contrattuale dei medici di famiglia, al punto che abbiamo dichiarato lo stato di agitazione per la categoria”, evidenzia il segretario regionale Fimmg Sicilia Luigi Tramonte.
“Il Ministro guarda al futuro con la sua “rivalutazione”, ma siamo ancora in una fase interlocutoria in cui manca persino il fondamentale Atto di Indirizzo, necessario per avviare una discussione seria sul rinnovo del contratto collettivo nazionale (CCNL). Il contratto per il periodo 2022-2024 è infatti già scaduto, e senza un adeguato aggiornamento, qualsiasi promessa di cambiamento resta vuota”.
Le criticità del Ccn
Il Consiglio Nazionale della Fimmg, infatti, nella mozione del 2 novembre 2024, ha riaffermato la propria posizione critica. Oltre a solidarizzare con le manifestazioni dei medici dipendenti, la Fimmg ha espresso una crescente impazienza per l’immobilismo politico, e ha chiesto con urgenza l’adozione di misure nella Legge di Bilancio che possano tutelare il ruolo e le condizioni dei medici di famiglia. La situazione è arrivata a un punto critico, tanto che la Fimmg ha preannunciato possibili azioni di protesta, incluse le estreme misure dello sciopero, qualora il Governo non offra risposte concrete.
“Più impegno”
“L’invito di Schillaci a un “maggior impegno” da parte dei medici di famiglia rischia di suonare polemico, se non addirittura inappropriato – evidenzia -. Chi conosce le sfide della medicina territoriale sa bene che i medici di famiglia sono già impegnati in modo capillare, spesso con carichi di lavoro insostenibili, per assicurare l’assistenza di base in un sistema sempre più frammentato e povero di risorse. Pretendere che siano i medici stessi a riempire le Case di Comunità, per lo più rimaste un’incompiuta dell’ennesimo progetto sanitario incompleto, significa scaricare su una categoria già provata le mancanze strutturali e organizzative che spetterebbero alle istituzioni colmare”.
“I medici di medicina generale, attraverso la Fimmg, non chiedono semplicemente un riconoscimento verbale. Chiedono investimenti concreti e un contratto aggiornato che sia all’altezza delle esigenze sanitarie del paese. Se Schillaci vuole davvero “una sanità migliore”, forse dovrebbe ascoltare queste richieste e assicurarsi che le sue proposte vengano supportate da misure tangibili”, conclude.