1400 vite umane in salvo e otto vittime. Continuano gli sbarchi di migranti diretti sulle coste siciliane, continua l’esodo di massa dalla Libia in fiamme. L’ennesima operazione di soccorso è stata portata a termine questa mattina da una missione congiunta tra militari e Ong. Il bilancio, ancora provvisorio, è di 1400 persone tratte in salvo e otto morti. Gli otto cadaveri sono stati recuperati questa mattina a largo della costa libica durante le operazioni di soccorso coordinate dalla centrale operativa nella sede di Roma della Guardia Costiera. Ancora in corso gli interventi di salvataggio e fino a ora sono stati tratti in salvo 1400 migranti: l’urgenza di cure per alcuni profughi ha determinato la disposizione di soccorso medico immediato. La nave Diciotti della Guardia Costiera è stata raggiunta da un elicottero che ha preso a bordo una donna in arresto cardiaco e che ha poi recuperato a bordo della nave Topaz Responder dell’ong Moas e trasferito a terra due persone in grave stato di ipotermia. Oltre alle due imbarcazioni, alle operazioni di soccorso hanno partecipato anche diverse unità navali di Organizzazioni non governative tra le quali Save The Children e Life Boat.
Nel Canale di Sicilia, in queste ore, oltre ai battelli “istituzionali”, sono presenti almeno dodici pattuglie di salvataggio che lavorano sotto le insegne delle Ong. Nonostante il dispiegamento di forze di fronte ai porti libici, controllati in parte dal Generale Haftar e in parte dalle milizie filo islamiche, le partenze continuano senza sosta. Dando così ragione al report pubblicato questa estate dall’Antiterrorismo che immagina l’esistenza di una filiera del traffico internazionale di esseri umani in grado di mettere d’accordo i network criminali e le bande islamiste.