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“Ho letto della presa di posizione di neutralità del Presidente Musumeci, che francamente non comprendo. Al posto suo sarei stata più coraggiosa. I siciliani sanno che se vogliono votare a destra alle prossime elezioni europee devono scegliere Fratelli d’Italia“. Suonano come una presa d’atto e un invito allo stesso tempo le parole di Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, che durante la sua tappa palermitana al Teatro Politeama liquida così l’annuncio di Musumeci sulla scelta di non schierarsi di #DiventeràBellissima, alle prossime elezioni europee.
Meloni, accompagnata dalla parlamentare Carolina Varchi, dal segretario provinciale di Fdi a Palermo, Raoul Russo, e dal consigliere comunale Mimmo Russo, ha partecipato alla presentazione di adesione al gruppo del partito a Sala dell Lapidi di Roberto Scarpinato, e ha colto l’occasione per parlare dell’amministrazione di Orlando: “Vorrei consigliargli di candidarsi come sindaco di Tripoli, prenderebbe un sacco di voti. Come tanti altri sindaci del Pd si e’ occupato prevalentemente dei diritti degli africani, molto piu’ di quanto non sia riuscito a fare con quelli dei palermitani“.
Positivo, invece, il commento sull’azione governativa dell’esecutivo regionale, che, commenta Meloni, “ha trovato una realtà complessa e ha dovuto mettere in atto un lavoro sotterraneo per riorganizzare la macchina. Sono state fatte cose positive, penso alla certificazione della spesa dei fondi europei“.
Ancora nulla sulle candidature per le elezioni del 26 maggio: “È presto per fare nomi – ha detto Meloni, che però è fiduciosa sul buon risultato del suo partito – Fdi può rappresentare la sorpresa elettorale per le elezioni europee. Siamo la forza politica più coerente che ci sia“. La leader di Fratelli d’Italia, per il momento, allontana l’ipotesi di intesa con Raffaele Lombardo: “Non ci sono accordi nazionali“, ha affermato, lasciando però margini di azione ai dirigenti locali di Fratelli d’Italia.
Bocciatura senza appello per la partenza della misura del reddito di cittadinanza, giudicato “una grande bufala sui numeri: gli italiani rischiano di rendersene conto troppo tardi, cioè dopo che avranno votato per le Europee. Il reddito ha avuto una partenza lenta e avrà uno sviluppo ancora più drammatico – ha spiegato Meloni – Erano partiti da sei milioni di tessere stampate, e quindi di presunti percettori, adesso parlano di un milione e duecentomila persone“.
Infine, Meloni si è soffermata sul tema di infrastrutture e lavoro, parlando tra le altre cose della Tav e dello stabilimento ex Fiat di Termini Imerese: “Sulla Tav c’è il rischio di una crisi di governo? Lo comprendo perché, checché ne dica il ‘genio’ del nostro ministro delle Infrastrutture, non si tratta di un ‘buco’ per arrivare a Lione ma di quel pezzetto di alta velocità che manca per collegare l’Italia a tutta la rete di intermodalita’ europea“. E sul polo ex Fiat della provincia di Palermo: “La mancanza di infrastrutture commerciali a Termini Imerese ha determinato la difficile situazione che stiamo vivendo in questi mesi e che si trascina da anni. Quello che veniva prodotto nella fabbrica di Termini Imerese aveva difficoltà a muoversi, senza infrastrutture noi siamo spacciati e abbiamo solo cattedrali nel deserto“.
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