Tornano a crescere gli scambi nel settore residenziale, che chiude il 2024 sfiorando le 720mila transazioni e facendo registrare un incremento dell’1,3% rispetto all’anno precedente, per un valore stimato di circa 114 miliardi di euro.
Il rapporto contiene anche un’analisi delle principali caratteristiche dei mutui ipotecari erogati per l’acquisto delle abitazioni e la stima aggiornata sulle condizioni di accessibilità delle famiglie italiane all’acquisto della casa (Indice di ‘affordability’).
IlSicilia.it ha analizzato i dati relativi alla Sicilia sulla situazione immobiliare.
I DATI SICILIANI
Il mercato residenziale siciliano nel 2024 mostra segnali di consolidamento dopo le difficoltà dell’anno precedente. Con 67.673 abitazioni compravendute, la regione rappresenta il 9,4% del totale nazionale, segnando un lievissimo incremento dello 0,2%. Una variazione che, pur se modesta, interrompe il trend negativo e conferma la tenuta del comparto abitativo in un contesto economico regionale ancora fragile.
La tenuta dell’Indice di Mercato Immobiliare (IMI), fermo a 1,59%, indica una stabilità diffusa, con una leggera vivacità nei capoluoghi (IMI al 2,02%) rispetto ai comuni non capoluogo (1,44%).
Superfici ampie, ma lo scambio resta limitato
L’identikit dell’abitazione compravenduta in Sicilia ci restituisce l’immagine di un mercato ancora legato a immobili di ampia metratura. La superficie media delle case scambiate nel 2024 è pari a 108,3 metri quadrati, tra le più alte d’Italia. In valore assoluto, sono stati trasferiti oltre 7,3 milioni di metri quadrati.
Tuttavia, si segnala un lieve calo dello 0,1% delle superfici complessive vendute rispetto al 2023. A diminuire sono soprattutto le compravendite nei comuni non capoluogo, mentre i capoluoghi registrano una crescita (+0,4%) e una metratura media di 106,2 m².
Le case più vendute? Tra i 50 e gli 85 metri quadri
Se si guarda alla distribuzione per classi dimensionali, la fascia più dinamica del mercato è quella delle abitazioni tra i 50 e gli 85 metri quadri, che rappresentano il 26,5% degli scambi. Seguono le case da 85 a 115 m² (24,2%) e, a sorpresa, anche quelle oltre i 145 m², che coprono ben il 19% del mercato siciliano.
Un dato interessante emerge nei capoluoghi: qui le piccole abitazioni sotto i 50 m² hanno un IMI del 3%, che sale al 3,56% nel Nord Ovest italiano. Questo segnala come, anche in Sicilia, si mantenga viva la domanda per immobili contenuti, adatti a giovani, anziani o investimenti turistici.
Mutui in calo: meno accesso al credito, meno acquisti
Il dato più critico riguarda il mercato dei mutui ipotecari. Nel 2024 sono stati concessi solo 10.806 mutui per l’acquisto di abitazioni in Sicilia, con un calo dell’1,8% rispetto all’anno precedente. Il capitale complessivamente erogato si è ridotto a 1,025 miliardi di euro, in flessione del 2,7%.
Il valore medio di ciascun mutuo si attesta attorno a 94.850 euro, uno dei più bassi in Italia, a testimonianza sia dei valori immobiliari contenuti sia della difficoltà per le banche a erogare importi più consistenti in un contesto di rischio percepito elevato.
A ciò si aggiunge un tasso d’interesse medio iniziale del 4,22%, in crescita, e una durata media dei mutui di 23 anni.
Accessibilità teorica elevata, ma la realtà è un’altra
L’indice di affordability, calcolato su base nazionale, misura la possibilità delle famiglie di accedere all’acquisto della casa con un mutuo. In Sicilia, questo indice è tra i più favorevoli in Italia, grazie a prezzi bassi e un rapporto relativamente sostenibile tra reddito e costo della casa.
Indice generale: 6,7 (Italia: 5,4)
Famiglie giovani (under 35): 7,3
Ma dietro questi numeri si nasconde una realtà complessa. Nonostante l’alta accessibilità teorica, la precarietà lavorativa, soprattutto tra i giovani, rende difficile trasformare il diritto all’acquisto in un’operazione concreta. Il mismatch tra offerta finanziaria, occupazione e domanda abitativa penalizza il settore.
I DATI NAZIONALI: UNA PANORAMICA GENERALE
Dopo la battuta d’arresto del 2023, il mercato immobiliare residenziale italiano ha ripreso a crescere nel 2024, seppure con cautela. Secondo il Rapporto Immobiliare 2025 sono state 719.578 le abitazioni compravendute, con una crescita dell’1,3% rispetto all’anno precedente.
Un segnale positivo che arriva in un contesto economico nazionale segnato da un PIL in crescita dello 0,7%, una riduzione della disoccupazione del 14,6%, e un incremento degli occupati di oltre 350mila unità.
L’Indice di Mercato Immobiliare (IMI) si attesta a 2,07%, guadagnando 0,02 punti percentuali rispetto al 2023. I capoluoghi di provincia restano più dinamici (IMI a 2,41%) rispetto ai comuni minori (1,95%).
Le aree con la performance più forte sono state:
Sud: +2,6% di compravendite
Centro: +1,6%
Nord Est: +1,5% Stabili, invece, Nord Ovest (+0,5%) e Isole (+0,2%).
Superfici e tipologie: vince ancora la casa di media metratura
Le abitazioni compravendute nel 2024 hanno coperto oltre 76 milioni di metri quadrati, in crescita dell’1,2%. La superficie media nazionale delle abitazioni scambiate si conferma stabile a 106 m², con le abitazioni nei comuni non capoluogo leggermente più grandi di quelle nei capoluoghi.
Le tipologie più richieste:
50–85 m²: 31% degli scambi (224.741 unità)
85–115 m²: 26%
Oltre 145 m²: 17%
Le abitazioni più piccole (fino a 50 m²) rappresentano solo il 10% del mercato, ma hanno l’IMI più elevato nei capoluoghi (oltre il 3% al Nord Ovest), indicando un’alta rotazione e richiesta, probabilmente legata ad affitti brevi, single e investimenti.
Mutui in flessione, ma con dinamiche territoriali divergenti
Il dato più problematico riguarda i mutui ipotecari, che nel 2024 hanno segnato un calo complessivo del 3,4% nel numero di operazioni e del 6% nei capitali erogati.
Numero di abitazioni acquistate con mutuo: 286.640
Capitale erogato complessivo: 39,7 miliardi di euro
Capitale medio per mutuo: circa 138.400 euro
Durata media: 23 anni
Tasso medio d’interesse iniziale: 4,16%
I cali sono stati più marcati nei comuni minori, mentre alcune grandi città (come Palermo e Napoli) hanno registrato crescite in controtendenza. A incidere sono la stretta creditizia, l’aumento dei tassi e la mancanza di garanzie reddituali stabili, soprattutto tra i giovani.
Affordability: comprare casa è teoricamente più facile… ma non per tutti
L’indice di accessibilità all’acquisto (affordability index), calcolato dall’ABI, è tornato a salire dopo due anni in calo, attestandosi a 5,4 su scala nazionale. Il miglioramento è dovuto alla leggera discesa dei prezzi reali, che nel 2024 sono cresciuti solo del 3,2% contro un +4% nel 2022.
Tuttavia, per le famiglie giovani, l’indice resta penalizzato dal carico dei tassi e dalla discontinuità lavorativa. In alcune aree, come il Sud e le Isole, l’accessibilità teorica è alta, ma resta scollegata dalla reale capacità di ottenere un mutuo.
Grandi città: Roma e Milano rallentano, alcune medie città crescono
A livello urbano, le grandi metropoli hanno mostrato segnali misti:
Roma: +1,7% compravendite, IMI a 2,23%
Milano: -0,4%, ma con IMI sempre sopra il 3%
Napoli e Palermo: in crescita sopra la media nazionale
Torino: mercato stabile
Le città medie come Bologna, Padova, Bari mostrano una maggiore dinamicità, spesso trainata da studenti, affitti brevi, e riqualificazione urbana.