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Messina, infermieri sul piede di guerra per il rinnovo del contratto

venerdì 13 Aprile 2018

Si tratta della seconda manifestazione dopo quella del 23 febbraio scorso. Il Nursind Messina, guidato dal responsabile provinciale Ivan Alonge, ha organizzato due giorni di assemblee dando la libertà agli infermieri di aderire allo sciopero o agli incontri che si sono svolti nei vari presidi dell’Asp e nelle aziende dell’area metropolitana. Al Policlinico sono stati organizzati due sit-in informativi con un gazebo davanti al padiglione. E lo stato di agitazione è in corso anche oggi.

Alonge spiega che “Per l’occasione si consegneranno degli adesivi ai colleghi per ribadire il fermo e deciso no a un contratto al ribasso e in perdita sotto tutti i punti di vista. È un accordo che va contestato e stiamo continuando a farlo in tutte le sedi possibili. Fino a quando non sarà degno non metteremo la nostra firma”.

Gli infermieri contestano il rinnovo sostenendo che gli aumenti sono solo una beffa. Nel corso delle assemblee hanno spiegato tutte le motivazioni della mancata firma e delle variazioni che il Nursind ha richiesto e che non sono state accordate dal governo. Il sindacato chiarisce che “È un contratto in perdita sia dal punto di vista economico, perché si riduce la forbice salariale, sia normativo per il taglio di tutta una serie di diritti. Si precarizza la figura del coordinatore sanitario, si deroga al riposo delle 11 ore per riunioni e formazione, non c’è più il diritto alla mensa per i lavoratori notturni e per i turnisti, aumenta il lavoro straordinario che diventa obbligatorio e si può arrivare per i precari a 200 ore all’anno, e il valore delle indennità è rimasto fermo al secolo scorso”.

Quindi il Nursind spiega che “Quasi tutte le aziende in provincia di Messina non hanno attuato la normativa sullo sciopero, non garantendo ad esempio livelli minimi assistenziali e non informando i lavoratori. A tutela dei diritti dei dipendenti, pertanto la segreteria di Messina si attiverà in tribunale presentando ricorso per condotta antisindacale”.

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