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Rubinetti a secco

Messina, la guerra dell’acqua: giunta Basile nel mirino (ed è solo l’inizio)

mercoledì 17 Luglio 2024

Ironicamente potremmo dire che sarà impossibile gettare acqua sul fuoco delle polemiche basandosi sulle tabelle di distribuzione idrica dell’Amam che non corrispondono neanche lontanamente all’esigua portata reale che esce dai rubinetti. Sulla gestione della crisi idrica è guerra a Messina tra amministrazione Basile e opposizioni di centro destra e centro sinistra, senza contare l’esasperazione dei messinesi che non si accontentano del fatto che non siamo nelle condizioni di Agrigento o Caltanissetta. Guardare chi sta peggio è una consolazione effimera e non riempe i serbatoi (soprattutto quelli degli ultimi piani). Ormai la situazione è insostenibile da nord a sud, con picchi di estrema criticità in alcuni villaggi e nelle zone “storicamente” a secco.

Con l’incalzare delle proteste, in particolar modo Pd e Fratelli d’Italia, il sindaco Basile ha corretto il tiro su una strategia comunicativa che si è rivelata un boomerang. Troppo a lungo giunta e Amam hanno sottovalutato una situazione oggettivamente critica e sopravvalutato la portata degli interventi effettuati nei mesi scorsi all’acquedotto di Fiumefreddo. I messinesi infatti hanno sopportato per cinque mesi, da novembre in poi, lo stop all’erogazione idrica per 24/48 ore con l’obiettivo del “bene futuro” e la mission acqua h24. A conti fatti le cose finora sono andate diversamente e non consola vedere come stanno le altre città. Nella Sicilia dell’emergenza Messina non è un’oasi, pur soffrendo di meno. Così Pd e Fratelli d’Italia hanno iniziato a contestare da un lato mancata programmazione e scarsa lungimiranza dall’altro uno storytelling dell’amministrazione ai confini della fantasia. Contestazioni rispedite al mittente da Sud chiama Nord derubricando la reale portata dei disagi e puntando il dito contro chi “specula sulla pelle dei messinesi”. QUI

Per settimane sindaco, assessori e Amam hanno ribadito che la situazione era sotto controllo e che Messina è stata persino lodata dal presidente Schifani per la gestione dell’erogazione idrica.

Anzi, nei mesi scorsi, quando è scoppiato il caso “dell’aiutino” che Amam Messina dava al Comune di Taormina  (QUI)per fronteggiare le esigenze idriche per il maggior afflusso dei turisti la risposta fu “Sono pochi litri al secondo e comunque adesso abbiamo risolto, prestiamo solo la rete”. QUI

Chiunque nelle ultime settimane ha fatto da portavoce alle lamentele dei cittadini, da Libero Gioveni (FdI) QUI al coordinamento provinciale del Pd passando per il presidente della Terza Municipalità Alessandro Cacciotto o al consigliere della IV Municipalità Renato Coletta veniva rintuzzato come bieco speculatore. QUI

Fatto sta che la crisi sta emergendo in tutta la sua pienezza e lo stesso Basile ha dovuto correggere il tiro. Non potendo puntare il dito contro #quellicheceranoprima, giacché dal 2018 sono sempre loro, si è passati a un più agevole #quellidiprimaprimaprima e ad un più gettonato #quellilì tra governo regionale (che è come sparare sulla croce rossa) che avrebbe escluso Messina dai finanziamenti per motivi politici, governo nazionale (idem) e Sicilia Acque.

Ieri si è tenuto il tavolo tecnico in prefettura richiesto dal sindaco Basile per individuare soluzioni. Il primo cittadino ipotizza una turnazione delle risorse idriche tra usi idropotabili e ma nel frattempo Siciliacque ha chiarito che è impossibile fornire ulteriori risorse. Stiamo percorrendo tutte le strade possibili per trovare soluzioni tese a mitigare i disagi di quella parte di cittadinanza che soffre per la carenza idrica” ha concluso Basile.

Per i dem e il centro destra è una presa d’atto tardiva rispetto a una crisi che incalzava ed era ampiamente prevedibile. La senatrice Dafne Musolino affonda il colpo: “L’amministrazione ha il vizio di negare la realtà o ridimensionarla e a ogni critica si risponde a colpi di clava. Poi, siccome c’è sempre il peggio i messinesi dovrebbero non lamentarsi…..”.

La situazione è seria e va peggiorando, la strategia comunicativa non è stata particolarmente azzeccata e lo stesso Cateno De Luca lo ha ammesso (pur non avendo a che fare ogni mattina con le tabelle d’erogazione idrica che non corrispondono alla realtà e con bollette Amam che hanno il sapore amaro della beffa).

Difficile che da qui ad agosto l’acqua scorra a fiumi e difficilmente, aprendo il rubinetto dirà è colpa di #quellicheceranoprimaprimaprima o di #queglialtrilì. Soprattutto dopo che da novembre a maggio ha pazientemente sopportato la sospensione totale dell’erogazione idrica (una volta al mese per 24/48 ore) QUI. Men che meno il messinese dirà “eh ma a Licata stanno peggio”.

Le opposizioni lo sanno e utilizzeranno questa crepa che si amplia di giorno in giorno per scardinare la narrazione fin qui portata avanti e colpire al cuore quello che De Luca nei giorni scorsi ha definito “fortino sotto assedio”. L’incendio sta divampando e non sarà facile spegnerlo con un’ora di acqua al giorno…..

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