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Messina, nuove direttive del Genio Civile in merito al rischio sismico della città

venerdì 22 Settembre 2017

I drammatici fatti accaduti a Messina fanno paura e allora si guarda al futuro con meno superficialità e un pò più di attenzione verso la necessità di procedere ad un percorso di adeguamento e messa in sicurezza sismica del territorio.

L’ingegnere capo del Genio Civile, Leonardo Santoro, ha illustrato nelle scorse ore le restrizioni previste dalla nuova direttiva emanata il 18 settembre che per legge dovrà essere rispettata. I terreni su cui sorge Messina hanno la stessa vulnerabilità di quelli di Città del Messico e già questo deve fare riflettere.

La microzonazione sismica, prevista dalla norme di salvaguardia del nuovo piano regolatore è il piano che consente di fornire importanti elementi tecnici sulla risposta sismica del suolo cittadino e a Messina non c’è luogo, ha spiegato Santoro, dove il terreno sia costituito da roccia compatta, in pratica la più resistente alle scosse. Un segnale a tutti i livelli: costruttori, ingegneri, architetti ma anche normali cittadini che da oggi, con la nuova direttiva, non potranno più esagerare nel dare vita ai loro progetti e ai relativi lavori troppo spesso invasivi.

Il Genio Civile ha cominciato ad interrogarsi sulla inderogabile e ineludibile esigenza di nuove norme che regolamentino gli interventi sugli edifici e ne possano determinare l’aumento del rischio sismico, a seguito dei terremoti devastanti che hanno colpito, negli ultimi anni, il territorio italiano.

In sostanza sono quattro gli obiettivi principali del provvedimento disposto dal Genio Civile: vietare la realizzazione di interventi impiantistico/funzionali che danneggino le strutture, rendendole vulnerabili al sisma; in questi interventi rientrano, ad esempio, l’incagliamento di elettrodomestici alle pareti o la “bucatura” di un muro portante per inserimento di impianti di qualunque genere.

Imporre limiti ad interventi invasivi sulle strutture esistenti, tra questi rientrano le sovraelevazioni e l’apertura di varchi nelle murature.

Regolamentare la realizzazione di “opere minori” introducendo l’obbligo di progettazione strutturale antisismica per qualsivoglia manufatto soggetto all’azione dei terremoti.

Infine, accelerare le procedure amministrative del “sisma bonus” riavviando l’attività edile finalizzata alla prevenzione sismica ed alla messa in sicurezza del patrimonio edilizio esistente.

Confermata anche la previsione del sisma bonus, un’agevolazione fiscale, che prevede il rimborso dell’80% del costo dell’intervento a norma antisismica. Bisognerà indicare il rischio sismico dell’edificio, che dovrà rientrare nella classe superiore a quella attuale. In questa procedura il compito dello Stato è l’incentivazione economica, quello del Genio Civile è invece di agevolarla. Il dato forse più significativo è, come detto, che non sarà più consentita più di una sopraelevazione anche negli edifici in cemento armato e sono stati imposti limiti agli abbattimenti delle murature interne con obbligo di cerchiatura dei varchi. Se un cittadino ha contezza che si stiano effettuando lavori che compromettono la vulnerabilità sismica di un palazzo potrà effettuare la segnalazione al Comune che invierà sul luogo i Vigili Urbani per un processo verbale e il successivo intervento degli esperti del Genio Civile.

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