Dal Comitato promotore del sì al Comune Montemare viene il no alla data del 12 giugno per il voto sul Referendum. Il Comitato che in oltre 10 anni si è battuto per il Referendum sulla costituzione del nuovo Comune, ha infatti presentato ricorso al Tar contro il maxi election day. Il 12 giugno infatti i messinesi voteranno non solo per le amministrative e i 5 referendum nazionali sulla giustizia, ma anche per le sorti del Comune Montemare.
“ La data del 12 giugno stabilita per il voto referendario sulla nascita del Comune Montemare rappresenta di fatto un’inaccettabile forzatura politico-elettorale nei confronti dei cittadini del nostro territorio- dichiara il Comitato– Questa è l’analisi e la sintesi su quanto attualmente stabilito per portare a conclusione il lungo percorso che ha dovuto seguire e subire il Comitato in rappresentanza dei tanti cittadini, più di un terzo degli elettori residenti nei villaggi interessati allo scorporo è bene ricordare, per giungere infine ad ottenere un Referendum falsato ed inutile”.
I promotori ricordano come l’accorpamento delle votazioni farà venire meno il motivo e lo spirito dell’introduzione del meccanismo del doppio quorum nella consultazione, che dovrebbe servire a valutare l’interesse vero da parte dei cittadini dei due ambiti nei confronti dell’iniziativa. I due quorum del cinquanta per cento più uno degli aventi diritto saranno infatti raggiunti e superati automaticamente in entrambi gli ambiti chiamati in causa, senza che ci sia la vera intenzione di recarsi alle urne per esprimersi consapevolmente e motivatamente sulla questione.
La motivazione per presentarsi ai seggi sarà legata infatti, principalmente, alla scelta dei rappresentanti per il comune e per i quartieri in gara per la corsa alle amministrative e non al voto del Referendum su Montemare.
“Il senso stesso della scelta referendaria- si legge nel comunicato– verrà denaturato e svuotato del suo vero contenuto istituzionale, falsando, in particolare nell’ambito della rimanente parte della città non direttamente interessata allo scorporo, il risultato relativo al numero degli elettori presenti per tale finalità ai seggi. Inoltre si assiste già quotidianamente alla diretta ed indebita politicizzazione del tema per meri fini di propaganda elettorale, evidente e sotto gli occhi di tutti, che nulla ha a che fare con la libera e consapevole scelta che i cittadini dovrebbero poter esprimere, senza alcun condizionamento politico da parte di chi certamente ha un diretto interesse affinché l’operazione referendaria fallisca”.
Da qui la decisione di presentare ricorso al Tar di Catania chiedendo intanto la sospensione del Decreto Commissariale n. 15/2022 e lo spostamento del Referendum ad una data diversa da quella ad oggi fissata del 12 giugno.