Schiaffi, manate, continue minacce di morte all’ex moglie, una straniera, e al suo nucleo familiare, condotte denigratorie ed umilianti con riferimento alla nazionalità della donna davanti ai loro figli minorenni, uno dei quali affetto de defict cognitivo, e alla figlia che la donna aveva avuto da una precedente relazione.
Una sistematica sopraffazione e un clima di prevaricazione che hanno spinto, per paura, l‘ex moglie a lasciare momentaneamente Catania, facendo rientro nel paese d’origine. E’ l’accusa contestata a un catanese di 69 anni, che si vantava di avere fatto parte in passato del clan mafioso Pillera-Puntina, che è stato arrestato dalla polizia. Agenti della squadra mobile della Questura hanno eseguito un’ordinanza cautelare in carcere, emessa dal gip su richiesta della Procura, che ipotizza i reati di maltrattamenti aggravati dall’avere commesso il fatto in presenza e in danno dei minori e atti persecutori aggravati dall’avere commesso il fatto nei confronti di persona con cui era legata da relazione affettiva e con mezzi telematici, inviando messaggi minatori via WhatsApp.
Dalle indagini è emerso che l’uomo dopo la separazione legale dalla moglie ha iniziato a monitorare i movimenti della donna e le frequentazioni della sua casa, proferendo minacce gravi, pure nei confronti della sua cerchia di persone a lei vicine, anche con armi.
Dalle indagini è emerso che l’uomo dopo la separazione legale dalla moglie ha iniziato a monitorare i movimenti della donna e le frequentazioni della sua casa, proferendo minacce gravi, pure nei confronti della sua cerchia di persone a lei vicine, anche con armi.