“Mostro, hai ucciso mio marito senza pietà”. Con un messaggio scritto su un lenzuolo bianco e appeso sulla ringhiera della loro abitazione la moglie e i familiari di Cosimo D’Aleo, di 43 anni, hanno espresso la loro rabbia nei confronti di Pietro Billitteri, l’uomo di 60 anni dipendente della Rap, che ieri nel tardo pomeriggio ha ucciso a colpi di pistola il muratore in seguito ad una lite per i fumi proveniente dal barbecue acceso dalla vittima.
Il caso è stato risolto nel giro di poche ore dagli agenti della polizia. Billitteri si trova in stato di fermo al carcere Pagliarelli e ha confessato l’omicidio. La Rap nel frattempo “venuta a conoscenza di quanto accaduto nel quartiere di Sferracavallo e dell’assassinio di un uomo ad opera del suo dipendente Pietro Billitteri – si legge in una nota -, ha disposto la sospensione immediata dal servizio in attesa dei chiarimenti da parte degli organi preposti, adottando immediatamente i provvedimenti conseguenziali e previsti dal contratto collettivo e dalle normative vigenti per il caso in specie”.
Adesso i parenti di D’Aleo chiedono che la giustizia faccia il suo corso in tempi rapidi e che l’omicida paghi per quello che ha fatto.