Il 90% dei musei del mondo ha chiuso i battenti e oltre il 10% potrebbe non riaprire mai più.
“La pandemia COVID-19 ha interrotto le attività dei musei di tutto il mondo, minacciando la loro sopravvivenza finanziaria e il sostentamento di migliaia di professionisti dei musei. Per analizzare l’impatto del blocco, il sondaggio ha riguardato cinque temi, tra cui la situazione attuale per musei e personale, impatto economico e digitale e comunicazione“. A dirlo è l‘UNESCO.
I dati emergono da due report congiunti tra l’agenzia delle Nazioni Unite e un sondaggio dell’International Council of Museums (ICOM).
I NUMERI
Nel mondo sono 95mila le istituzioni museali. Il 65% di esse è situata in Nord America e Europa occidentale, il 34% in Europa orientale, America Latina e Stati dell’Asia-Pacifico. Solo il 0,9% è situato in Africa e lo 0,5% negli Stati arabi.
Di 85.000 istituzioni circa il 90 % di tutti i musei di tutto il mondo hanno chiuso durante il lockdown. 1.600 musei internazionali, ossia il 13% degli intervistati dall’ICOM ha riferito la chiusura definitiva. Un altro 19,2% ha dichiarato di non essere sicuro di poter continuare l’attività e quindi la possibile apertura.
Tra quelli che rimarranno aperti, ci saranno meno risorse con cui operare. Infatti quasi l’83% dei musei ridurrà la programmazione. Previsto inoltre un forte taglio del personale, confermato, purtroppo, dal fatto che il 20% dei lavoratori dei musei ha perso già il lavoro.
Aggravante, secondo l’Unesco, oltre a una riduzione del turismo internazionale, la crisi economica porterà a un minore sostegno da parte dei donatori, che rappresenta dal 5% al 100% dei budget di alcuni musei.
I FREELANCE
La situazione più allarmante è per la categoria dei professionisti freelance. Il 16,1% degli intervistati ha dichiarato di essere stato temporaneamente licenziato e al 22,6 % non gli è stato rinnovato il contratto.
L’UNESCO
Audrey Azoulay, direttore generale dell’UNESCO, ha dichiarato che “È urgente rafforzare le politiche a sostegno di questo settore, che svolge un ruolo essenziale nelle nostre società per la diffusione della cultura, dell’istruzione, della coesione sociale e del sostegno all’economia creativa“.
L’ICOM
“Siamo pienamente consapevoli e fiduciosi nella tenacia dei professionisti dei musei per affrontare le sfide – ha dichiarato il presidente dell’ICOM Suay Aksoy in una nota- . Tuttavia, il settore museale non può sopravvivere da solo senza il sostegno del settore pubblico e privato. È indispensabile raccogliere fondi di emergenza e mettere in atto politiche per proteggere i professionisti e i lavoratori autonomi con contratti precari”.