“Alla fine di questo quinquennio la Sicilia sarà diversa da quella che ho trovato: non voglio fare rivoluzioni ma consegnare una Sicilia normale, persino il diritto alla normalità è stato espropriato in questi decenni. Io sarò il presidente della semina, non del raccolto; voglio recuperare una regione in cui si è persa la speranza ma è tanta voglia di riscossa, voglio recuperare chi si è allontanato ed evitare che chi c’è voglia andarsene”. Così il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci alla stampa estera per la presentazione de “La Sicilia che verrà”.
“La Sicilia deve tornare a essere la porta dell’Europa dal Medio Oriente all’Africa e verso il nord; lavoro affinché chi arriva da fuori e cerca l’Europa non la debba cercare a Parigi o a Bruxelles ma a Palermo, Catania, Messina, Agrigento. Non ci possiamo permettere il diritto di litigare o di dividerci, abbiamo tutti il dovere di dialogare per costruire un progetto diverso”, ha aggiunto Musumeci, riferendosi a Leoluca Orlando, accanto a lui sul palco dei relatori e ricordando che solo pochi giorni fa ha incontrato il sindaco di Catania Enzo Bianco.
“Voglio che investiamo bene le risorse europee: abbiamo miliardi nel cassetto ma non possiamo investirli perchè non ci sono progetti, rischiamo di restituire all’Europa il denaro che è stato messo a disposizione, perché non c’è stata qualità nei progetti”.
“Non esiste un polo di sviluppo, abbiamo solo 600 km di ferrovia elettrificata. Noi abbiamo già investito 700 milioni in vari bandi; entro 2-3 anni potremmo dare alle imprese siciliane la netta impressione che le istituzioni credono che la Sicilia possa tornare a essere uno straordinario punto di riferimento e di crescita. Finora – ha proseguito Musumeci – si è pensato in Sicilia di creare occupazione senza lavoro; invece di tutelare il lavoratore si è tutelato il posto di lavoro; ma quando l’azienda non funziona va chiusa mentre oggi 45 mila precari vengono mantenuti col denaro pubblico”.
Infine Musumeci ha detto che con Confindustria “stiamo studiando la messa a punto di uno sportello unico per le imprese per dare tutte le informazioni. La diseconomia dell’insicurezza e dell’illegalità, che è stato il principale nemico dello sviluppo, grazie a una nuova coscienza e al lavoro delle forze dell’ordine, è stato neutralizzato anche se permane un clima di insicurezza”.