Lui lo definisce “un passo di lato”, che non vuol dire un passo indietro. Nello Musumeci lascia aperto uno spiraglio all’ipotesi di correre di nuovo per la poltrona di governatore della Sicilia. Il nodo però, spiega lo stesso presidente, sarà oggetto di un vertice tra i leader del centrodestra dopo i ballottaggi di domenica: “Ho detto alla mia leader Giorgia Meloni, che ringrazio per la tenacia, la perseveranza e la passione con cui ha difeso la mia ricandidatura, se al tavolo nazionale il mio nome dovesse risultare divisivo sono pronto a fare un passo di lato“.
Insomma, la decisione resta ancora congelata in attesa delle urne, ma che la strada alla riconferma di Musumeci alla guida della Sicilia sia in salita è ormai un dato di fatto. E non è un caso che il leader della Lega Matteo Salvini pur rinviando la decisione ai siciliani abbia osservato come in “tanti si aspettano qualcosa di nuovo, di concreto e che comprenda tutti“. Il governatore di presenta in conferenza stampa scocciato, infastidito, con la faccia scura. Mette in chiaro di essere “un presidente scomodo in una terra che finge di voler cambiare” e di credere “ancora nel primato della politica e nel valore dell’unità della coalizione di centrodestra che è un valore e va tutelato“.
Soltanto lunedì scorso, dopo la nuova polemica interna alla coalizione che lo sostiene sollevata da un’intervista del presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè che aveva ribadito la sua contrarietà al bis di Musumeci, il presidente aveva affermato di essere pronto “a togliere il disturbo“. Ai giornalisti racconta oggi di aver ricevuto centinaia di messaggi da tutte le forze politiche, anche da esponenti dell’opposizione, che lo invitavano a non gettare la spugna. “La mia non è una scelta di resa – spiega –, non mi sono mai arreso nella mia vita pubblica e privata tranne una volta quando il Padre eterno ha voluto chiamare a sé mio figlio. Non so cosa sia la parola resa e neanche la voglia di mollare perché non mi dimetto, ho un impegno col popolo siciliano e lo faro’ con lo stesso entusiasmo fino all’ultimo giorno“.
Il governatore dell’Isola tiene a sottolineare che non baratta il suo ruolo con un altro. “Mi domandano se ho chiesto a Meloni un posto in Parlamento, io non svendo la mia terra e il mio popolo per un posto a Roma. Non accetto compromessi, la Meloni non ha mai proposto un baratto del genere. Lei conosce bene la mia moralità e io conosco bene la sua fermezza“. Nessun ultimatum, ma è chiaro che il governatore ha intenzione di capire a stretto giro il suo futuro: “Spero mi si dica presto se non dovessi essere io il candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Siciliana e che si giunga presto alla verità. Forse, però, se qualcuno dicesse la verità, il centrodestra pregiudicherebbe la sua vittoria“.
Quanto al totonomi su chi possa essere il suo eventuale successore, il presidente dell’Isola chiosa: “Secondo me il nome migliore, quello vincente, più accreditato e più conosciuto è Nello Musumeci, lo dico senza interesse di parte“. E nell’attesa di conoscere chi sarà il candidato del centrodestra che correrà a novembre per le regionali, il prossimo 23 luglio Pd, Movimento 5 stelle, Centopassi, Articolo 1, Europa Verde, Sinistra Italiana e Psi sceglieranno con le primarie il candidato unitario che cercherà di sottrarre alla coalizione di Salvini, Meloni e Berlusconi la guida della Sicilia.